Uno striscione di Lotta Studentesca all'Hensemberger contro la teoria del gender
MONZA - Uno striscione è apparso nella notte tra venerdì e sabato a fianco dell'Itis "Hensemberger": hanno voluto metterlo i ragazzi di Lotta Studentesca, con l'inizio dell'anno scolastico, per ribadire il loro no alla teoria del gender e al fatto che questo argomento venga affrontato nelle scuole italiane.
Subito uno striscione sulla recinzione nella prima settimana di riapertura delle scuole, nella notte tra venerdì e sabato. E' iniziato così l'anno all'Itis "Hensemberger", con l'iniziativa rivendicata da "Lotta Studentesca" che ha voluto intervenire sulla questione "gender" nelle scuole.
Il movimento di Lotta Studentesca ha poi diffuso un comunicato stampa a firma di Andrea Di Cosimo, responsabile nazionale:
Anche quest'anno non daremo tregua alle istituzioni, scendendo in piazza tutte le volte che sarà necessario per prevenire la lobotomizzazione della nostra gioventù. Non è accettabile, infatti, che attraverso la ridicola Teoria del Gender, si faccia passare nelle scuole come cosa normale la riduzione della figura dei genitori a semplici numeri (genitore 1 e genitore 2), andando a svuotare di significato i rispettivi ruoli all'interno della famiglia;
Il movimento di Lotta Studentesca ha poi diffuso un comunicato stampa a firma di Andrea Di Cosimo, responsabile nazionale:
Anche quest'anno non daremo tregua alle istituzioni, scendendo in piazza tutte le volte che sarà necessario per prevenire la lobotomizzazione della nostra gioventù. Non è accettabile, infatti, che attraverso la ridicola Teoria del Gender, si faccia passare nelle scuole come cosa normale la riduzione della figura dei genitori a semplici numeri (genitore 1 e genitore 2), andando a svuotare di significato i rispettivi ruoli all'interno della famiglia;
oppure, cosa ancor più grave, propagandare la folle idea secondo la quale
essere uomo o donna è soltanto una convenzione sociale, e che il sesso di
un individuo possa essere scelto prescindendo totalmente dal fatto
biologico. In natura, infatti, senza alcuna sovrastruttura culturale, il
maschile e il femminile non soltanto sono differenti, ma fanno la
differenza. Sono complementari e non di certo intercambiabili o opinabili.
La personalità e il carattere si cominciano a delineare fin dalla giovane
età. Dare ai bambini la possibilità di "scelta" non solo li disorienta ma
li fa crescere deboli e insicuri. In un paese come il nostro dunque –
prosegue Di Cosimo - in cui i ragazzi sono sempre più fragili, lontani dai
sani valori della tradizione, senza punti di riferimento e lasciati alla
deriva dalla nostra classe politica, la soluzione non è certo
l'introduzione di una delirante "teoria del gender". La chiamano "Buona
Scuola" ma le premesse stanno dimostrando l'esatto contrario. La nostra
idea di gioventù è combattiva, virile e non "rammollita" da stereotipi
sociali, dove l'inversione è la regola e la normalità, un disvalore. Siamo
pronti alle barricate.