L'allarme della Regione: il 15,5% degli studenti delle superiori è vittima del gioco d'azzardo

Da Palazzo Lombardia suona il campanello d'allarme: la ludopatia è diffusa anche nelle nuove generazioni. Lo rivela uno studio effettuato da 'Semi di melo', centro per la formazione e la ricerca sull'infanzia e l'adolescenza, di cui fanno parte le Onlus 'Casa del giovane' di Pavia e Fondazione Exodus di Milano

"Quasi il 60 per cento dei giovani delle superiori ha già provato a giocare e il 15,5 di essi lo fa almeno una volta alla settimana. Il fenomeno, inoltre, coinvolge uno studente su tre già fin dalle medie". Lo dichiara l'assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, team leader della Giunta per le iniziative contro la ludopatia, commentando i risultati di uno studio effettuato da 'Semi di melo', centro per la formazione e la ricerca sull'infanzia e l'adolescenza, di cui fanno parte le Onlus 'Casa del giovane' di Pavia e Fondazione Exodus di Milano.

L'indagine conoscitiva, fortemente voluta dallo psicologo Simone Feder, uno dei massimi esperti della materia a livello nazionale, è stata realizzata anche grazie al contributo dell'Università Bicocca e al sostegno dell'assessorato al Territorio di Regione Lombardia e ha preso a campione circa 15.000 giovani delle scuole di Bergamo.
 
"Mi ha particolarmente colpito - continua Viviana Beccalossi - che solo il 3% dei ragazzi consideri il gioco d'azzardo un divertimento, mentre il 40,8% lo associa alla parola 'rischio' e il 38,4% a 'malattia', mentre per la maggior parte di essi la motivazione principale che spinge le persone a giocare è quella di arricchirsi. Una falsa speranza che purtroppo in tanti causa dipendenza, rovina economica e seri problemi anche le famiglie". "Simone Feder - prosegue l'assessore Beccalossi - mi ha evidenziato come il 24 per cento degli intervistati dica di avere genitori e parenti che giocano d'azzardo ogni giorno o quasi e correlando i diversi dati si nota chiaramente quanto le abitudini famigliari incidano su quelle dei figli. In particolare emerge quanto chi ha parenti stretti che giocano d'azzardo spenda maggiormente e giochi quotidianamente molto di più rispetto a chi ha 'giocatori in casa' da cui prendere l'abitudine".
 
Riguardo ai tipi di gioco, gli studenti delle superiori hanno avuto esperienze con gratta e vinci (48,5 per cento), scommesse (24,4 per cento), slot machine (11 per cento) e gioco online (5,7 per cento ). Mentre i ragazzi delle medie, influenzati dai genitori, iniziano soprattutto con i gratta e vinci e crescendo sono coinvolti sempre di più dai coetanei (71,5 per cento) verso le scommesse.
 
"Questi dati - conclude Viviana Beccalossi - ci fanno ancora di più credere nel nostro lavoro, in particolare per quanto riguarda la comunicazione nelle scuole sui rischi del gioco d'azzardo. Non a caso, dei 68 progetti finanziati con 3 milioni di euro dalla Regione in tutto il territorio regionale, con il coinvolgimento di oltre 700 Comuni, ben 58 di questi hanno previsto azioni nei confronti dei giovani, che hanno interessato oltre 93.000 ragazzi lombardi".