Le auto rubate rimesse a nuovo con targhe false e vendute in Africa

LAZZATE - Un uomo residente in paese, al termine di un'attività d'indagine durata un paio di mesi, è stato fermato dai Carabinieri della Compagnia di Comacchio: secondo gli inquirenti è coinvolto in un traffico di veicoli di ogni tipo (auto, furgoni, trattori), rubati e venduti in Africa.

C'è anche un pregiudicato originario di Lazzate coinvolto in un traffico di veicoli rubati diretti verso il Marocco. Un'attività redditizia smascherata dai Carabinieri della Compagnia di Comacchio al termine di una lunga attività investigativa.

Sabato i militari del Nucleo operativo hanno bussato alla porta del lazzatese e di un complice marocchino, anch'egli pregiudicato. Tutto era partito quasi per caso da una perquisizione domiciliare effettuata a casa di un altro italiano, il 14 ottobre, a Porto Garibaldi. Andati lì per altri motivi i Carabinieri avevano notato un gran numero di veicoli di ogni tipo. Non solo automobili, in mezzo alle quali non potevano ovviamente mancare quelle di grossa cilindrata, ma anche furgoni e trattori. In più targhe false, certificati di assicurazioni e documenti di revisione irregolari.

Da quel giorno è partita l'attività d'indagine, con tanto di pedinamenti, fino a stabilire che il lazzatese e il marocchino erano coinvolti a pieno titolo nell'attività di "pulizia" delle auto rubate per poterle immettere nel mercato nordafricano.

Si tratta comunque della conclusione della prima parte delle indagini. I Carabinieri, infatti, sono ora impegnati a verificare se i due agivano in collaborazione con altre persone. Resta inoltre da capire se il mercato nordafricano era l'unica destinazione o se il traffico era indirizzato anche verso altri Paesi.







Tre mesi di pedinamenti e indagini hanno portato gli uomini del Nucleo operativo a muoversi giorno e notte tra Lugo, Imola e Comacchio per arrivare a dipanare la matassa e, in base agli elementi raccolti, assicurare alla giustizia El Raoui e Tamai, oggi detenuti rispettivamente in carcere a Bologna e Ravenna.

Continuano invece gli accertamenti a carico di un paio di persone in via di identificazione che sembrano essere coinvolte nel business di ricettazione scoperto in questi ultimi mesi.

Il fermo dei due uomini è il punto di partenza per stabilire se e quanti veicoli abbiano lasciato illecitamente l’Italia per raggiungere il Marocco, ma non è da escludere che il giro d’affari abbia potuto interessare altri paesi stranieri, dove quattro ruote a prezzi concorrenziali, da impiegare su strada e persino in agricoltura, possono vantare un florido mercato.