Lentate, la rabbia di Cimnago: "Il sindaco vuole chiudere la nostra scuola"
Rivolta sì, ma non si tratta del neosindaco: a Cimnago è sinonimo di rabbia e delusione nei confronti della nuova amministrazione comunale. E tutti i residenti del quartiere, ieri sera, si sono ritrovati all’oratorio per dare sfogo ai loro sentimenti e per annunciare la chiusura definitiva della scuola primaria. “Abbiamo incontrato mercoledì sera il sindaco
Rosella Rivolta – spiegavano i presenti durante l’assemblea – accompagnata dai suoi assessori
Iolanda Negri
Rosella Rivolta – spiegavano i presenti durante l’assemblea – accompagnata dai suoi assessori
Iolanda Negri e
Carmen Salvioni. Ci ha spiegato che la scuola potrebbe rimanere aperta ancora un anno, oppure potremmo decidere di trasferire fin da subito i nostri bambini. La decisione, però, l’hanno già presa perché ci considerano cittadini di Serie B”. Che la scuola di Cimnago sia in sofferenza e che ogni volta di presenti il rischio di chiusura, non è una novità. E il motivo è sempre stato lo stesso: la carenza di bambini. Stavolta, però, il numero minimo è stato raggiunto. “La motivazione ufficiale – spiega
Massimiliano Costantin, capogruppo di Lentate Popolare intervenuto alla serata di ieri – è quella economica. Sostengono di non avere i soldi per pagare il personale Ata. Spiace però che questa decisione sia stata presa senza alcun coinvolgimento, in barba alla politica della partecipazione e, anzi, scaricando le responsabilità sugli abitanti della frazione: che scelta possono fare quando nel bilancio che andiamo ad approvare tra due settimane non c’è neanche un centesimo dedicato alla scuola di Cimnago? Io e la mia lista, lo ricordo, avevamo detto che avremmo rinunciato all’indennità di carica per questo scopo. Lo facciano anche il sindaco e la Giunta: avremmo a disposizione 90 mila euro all’anno per coprire quel costo di 72 mila euro che, a loro dire, giustificherebbe la chiusura di Cimnago. Ritirano il Pgt gettando alle ortiche 180 mila euro, danno i soldi al Museo civico, ma poi non hanno i quattrini per una scuola: ovvero per un servizio alle famiglie e ai bambini. Vergognoso”. Alla serata non è mancato l’ex sindaco
Massimo Sasso, ora consigliere comunale di opposizione che, per una volta, ha messo da parte i toni pacati per essere schietto con i residenti della frazione: “Ero presente al vostro incontro con l’attuale sindaco – ha dichiarato – e ho notato un atteggiamento palesemente falso. L’unico scopo era quello di far ricadere su di voi, sulle famiglie, la responsabilità di una decisione già presa. Eppure vi dico che avevo parlato con il Provveditore e per quest’anno davvero non c’erano problemi. Avevo anche garantito che ci saremmo fatti carico del costo dei bidelli: secondo gli standard dovrebbero essere due, ma sono convinto che si può anche ottenere una deroga. E per l’assistenza alla mensa la Sodexo è sempre stata disponbile. All’incontro di mercoledì ho avuto una brutta impressione: di fronte al bisogno delle famiglie percepivo il “chi se ne frega” come reazione dell’amministrazione comunale. Sprecata l’occasione di fare un progetto pilota, nel tentativo di rendere appetibile questa struttura anche alle famiglie delle zone circostanti”.
Matteo Turconi Sormani (Lega Nord) ha ricordato che lui, già da tempo, ancora prima delle elezioni, metteva in guardia i cittadini riguardo alle intenzioni di Rosella Rivolta riguardo alla scuola: “E ora, con tristezza di fronte alle difficoltà delle famiglie, ho la magra soddisfazione di rilevare che avevo ragione. Ero stato profeta, anche se avevano preferito bollarmi come mascalzone che diffondeva falsità. Faccio comunque fatica a capire dov’è il risparmio per l’amministrazione comunale a fronte di un servizio di trasporto che bisogna attivare per non penalizzare ulteriormente le famiglie”. Queste, comunque, promettono battaglia su tutti i fronti: dalla lettera al Provveditore, alla scelta di mandare i figli a scuola negli altri Comuni non avendo più fiducia in chi amministra Lentate sul Seveso, al pagamento dell’Imu (“Senza il servizio scolastico le nostre abitazioni perdono di valore”). Senza dimenticare la seduta di Consiglio comunale di questa sera. I cimnaghesi hanno incontrato il sindaco mercoledì a porte chiuse. Ora, a due giorni di distanza, a porte aperte e nell’aula pubblica per eccellenza, vogliono guardare ancora il primo cittadino Rivolta direttamente negli occhi. L'altra sera l'hanno ascoltata. Stavolta, forse, avranno qualcosa da dire.