Il consigliere comunale di Limbiate critica Renzi per le statue "in scatola": e il premier lo cancella da Twitter
LIMBIATE - Un coro di critiche contro il premier Matteo Renzi per la scelta di mettere "in scatola" la nostra arte per non indispettire il presidente iraniano durante la sua visita a Roma. Una figuraccia ripresa a livello internazionale dalle più famose testate giornalistiche. Ma anche le frasi di Luca Mestrone, capogruppo di Forza Italia a Limbiate, hanno fatto arrabbiare il premier.
Migliaia, probabilmente milioni di voci contro il premier Matteo Renzi per le statue coperte dagli "scatoloni" per non urtare il presidente dell'Iran in occasione della sua visita a Roma. Critiche spesso feroci, anche autorevoli. Ma quella di Luca Mestrone, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Limbiate, Renzi non le ha proprio gradite: in un batter d'occhio lo ha bloccato su Twitter.
Lo ha rivelato ieri pomeriggio lo stesso Mestrone: "Sono appena stato bloccato da Matteo Renzi. Le mie colpe? Aver difeso con due tweet la nostra cultura, la nostra arte e i diritti umani. Cose che un Presidente del Consiglio dovrebbe fare e che lui invece non fa inscatolando statue per non urtare chi condanna a morte mille persone all'anno (secondo Amnesty International) e non rispetta le donne".
E, per confermare l'accaduto, dopo le dichiarazioni ha pubblicato anche il messaggio ricevuto da Twitter che lo informa di essere stato bloccato dal premier e che, pertanto, non potrà più seguire la sua attività sul social network.
"Se Renzi viene a casa mia - il contenuto del primo post di Mestrone - sarei disturbato dalla sua faccia di bronzo. Vergognamoci di Matteo Renzi e di Dario Franceschini, non della nostra arte". Nel secondo, invece, gli ha ricordato i numeri di Amnesty International. Di certo il premier è indispettito per la figuraccia che l'Italia ha fatto nel mondo. Altrettanto certo che Renzi (o chi per lui) legge tutti i messaggi di Twitter, pronto a rimuovere chi lo attacca come ha fatto Mestrone.
Daniela Freguia :
Indignarsi o vergognarsi? Interpellanza critica od offesa alla persona? Forse tutto gioca sull’equivoco. Certo che noi italiani siamo gente strana: Anni indietro ospitammo Gheddafi (che riposi in pace) e per le sue lezioni di Corano vennero reclutate, attraverso agenzia ligia ai requisiti richiesti, almeno 200 giovani bellezze naturali. Di questo fatto, sia come donna italiana che come madre, allora mi sono vergognai. In questi giorni, invece, ospitando il Presidente iraniano Hassan Rouhani, per non urtare la sua delicata sensibilità, (negandogli di fatto la cultura artistica), nascondono ai suoi occhi, inscatolandolo, buona parte del patrimonio artistico, del quale andiamo fieri. Come non indignarci? Poiché né Renzi, né Franceschini dichiarano d’essere stati interpellati, o, per lo meno, messi al corrente dell’iniziativa, a cose fatte si cerca ora, con un’inchiesta, d’individuare chi ha fatto tanto per mettere l’Italia alla berlina e, di conseguenza, chi deve pagare. Va dà sé che, in casi come questo, un’interpellanza critica da parte dei cittadini è più che lecita e merita una risposta esaustiva, contrariamente al risultato ottenuto da Luca Mestrone, cioè la censura del suo messaggio sul twitter di Renzi, insieme all’annullamento della possibilità d’inserire altro. Non è giusto! Ma, forse, anche qui s’è giocato sull’equivoco: se anziché chiedere come sia potuta accadere una cosa che ci ha indignati, lanciamo il messaggio “di te mi vergogno”, non dobbiamo sorprenderci se questa persona ci blocca ogni possibilità di dialogo sul suo twitter. Sbaglio? Daniela Freguia | giovedì 28 gennaio 2016 12:00 Rispondi