Meda: i giardini della Chiesa intitolati a Beata Felicina
Una clarissa per i giardini in piazza della Chiesa: dopodomani, domenica 8 giugno, l'area verde sarà intitolata a Beata Felice Meda, detta Felicina, con inizio della cerimonia fissato per le 11. L'iniziativa è organizzata dalla sempre attivissima associazione artistico culturale "Gli Amici dell'Arte", in collaborazione con la Pro Loco. E' inoltre patrocinata dall'amministrazione comunale e dalla Provincia di Monza e Brianza.
Una breve biografia sulla vita della clarissa è offerta dal...
Una clarissa per i giardini in piazza della Chiesa: dopodomani, domenica 8 giugno, l'area verde sarà intitolata a Beata Felice Meda, detta Felicina, con inizio della cerimonia fissato per le 11. L'iniziativa è organizzata dalla sempre attivissima associazione artistico culturale "Gli Amici dell'Arte", in collaborazione con la Pro Loco. E' inoltre patrocinata dall'amministrazione comunale e dalla Provincia di Monza e Brianza.
Una breve biografia sulla vita della clarissa è offerta dall'arcidiocesi di Pesaro:
La Beata Felice nacque a Milano nel 1378 dalla nobile famiglia Meda. Rimasta presto orfana, distribuì il suo patrimonio in opere di beneficenza e scelse giovanissima la vita religiosa, entrando nel Monastero delle Clarisse di Sant’Orsola a Milano, dove nel 1425 fu eletta badessa per le sue rare doti e virtù.Essendo quel monastero molto famoso e contando un elevato numero di suore, era consuetudine che alcune di esse venissero richieste e inviate in altre città per fondare nuovi monasteri.Fu così che nel 1439 a Felice Meda venne ordinato, per suggerimento di San Bernardino da Siena, Vicario Generale dei Francescani, di venire a Pesaro con sette consorelle, per essere badessa di un nuovo monastero, chiamato del “Corpus Domini”, voluto dalla duchessa Battista di Montefeltro, moglie di Galeazzo Malatesta e approvato dal Papa Eugenio IV con bolla del 1438.Nonostante il dolore del distacco da Milano, Felice obbedì e si impose subito per la sua modestia, perché, pur trovando ad accoglierla a Cattolica una delegazione in carrozza, volle entrare in città a piedi, suscitando stupore e ammirazione tra la folla.
La Beata Felice Meda governò per cinque anni con molta saggezza il nuovo monastero, che lo stesso Galeazzo provvide ad arredare interamente in seguito alla guarigione miracolosa della figlia Elisabetta. Poi, nel 1444, all’età di 66 anni, la badessa morì tra il compianto generale. Il suo corpo, trovato incorrotto dopo tre anni, fu collocato in seguito dal duca Guidubaldo II della Rovere in un’urna nel coro delle monache, per essere esposto alla venerazione dei fedeli insieme al corpo della Beata Serafina Sforza e al Crocifisso donato alla Beata Felice da San Bernardino da Siena.
Con la soppressione del convento avvenuta in età napoleonica, il corpo delle due Beate e il crocifisso vennero segretamente trasportati, nel 1810, nella sacrestia della Cattedrale.
Trasferiti ancora una volta nella chiesa di San Francesco per lavori di restauro, vi ritornarono nel 1906, quando fu pronta l’attuale Cappella a tale scopo ristrutturata. Nel 1921 ignoti malfattori compirono un furto sacrilego nella Cappella delle Beate, infrangendo i cristalli e asportando tutti gli oggetti preziosi, che tuttavia i pesaresi vollero rinnovare, a testimonianza della loro venerazione e gratitudine nei confronti delle due protettrici della diocesi e della città di Pesaro.
Una breve biografia sulla vita della clarissa è offerta dall'arcidiocesi di Pesaro:
La Beata Felice nacque a Milano nel 1378 dalla nobile famiglia Meda. Rimasta presto orfana, distribuì il suo patrimonio in opere di beneficenza e scelse giovanissima la vita religiosa, entrando nel Monastero delle Clarisse di Sant’Orsola a Milano, dove nel 1425 fu eletta badessa per le sue rare doti e virtù.Essendo quel monastero molto famoso e contando un elevato numero di suore, era consuetudine che alcune di esse venissero richieste e inviate in altre città per fondare nuovi monasteri.Fu così che nel 1439 a Felice Meda venne ordinato, per suggerimento di San Bernardino da Siena, Vicario Generale dei Francescani, di venire a Pesaro con sette consorelle, per essere badessa di un nuovo monastero, chiamato del “Corpus Domini”, voluto dalla duchessa Battista di Montefeltro, moglie di Galeazzo Malatesta e approvato dal Papa Eugenio IV con bolla del 1438.Nonostante il dolore del distacco da Milano, Felice obbedì e si impose subito per la sua modestia, perché, pur trovando ad accoglierla a Cattolica una delegazione in carrozza, volle entrare in città a piedi, suscitando stupore e ammirazione tra la folla.
La Beata Felice Meda governò per cinque anni con molta saggezza il nuovo monastero, che lo stesso Galeazzo provvide ad arredare interamente in seguito alla guarigione miracolosa della figlia Elisabetta. Poi, nel 1444, all’età di 66 anni, la badessa morì tra il compianto generale. Il suo corpo, trovato incorrotto dopo tre anni, fu collocato in seguito dal duca Guidubaldo II della Rovere in un’urna nel coro delle monache, per essere esposto alla venerazione dei fedeli insieme al corpo della Beata Serafina Sforza e al Crocifisso donato alla Beata Felice da San Bernardino da Siena.
Con la soppressione del convento avvenuta in età napoleonica, il corpo delle due Beate e il crocifisso vennero segretamente trasportati, nel 1810, nella sacrestia della Cattedrale.
Trasferiti ancora una volta nella chiesa di San Francesco per lavori di restauro, vi ritornarono nel 1906, quando fu pronta l’attuale Cappella a tale scopo ristrutturata. Nel 1921 ignoti malfattori compirono un furto sacrilego nella Cappella delle Beate, infrangendo i cristalli e asportando tutti gli oggetti preziosi, che tuttavia i pesaresi vollero rinnovare, a testimonianza della loro venerazione e gratitudine nei confronti delle due protettrici della diocesi e della città di Pesaro.