Meda, scuola: il ricordo di 'Anna Dentuna', la cartulera di via Trento

Inizia la scuola. Alunni che crescono in educazione, conoscenze, età. Ma c'è anche chi ci riporta un po' indietro negli anni ai primi giorni di scuola di un po' di tempo fa.
Rina Del Pero ci ha inviato un articolo per ricordarci "l'Anna Dentuna", la 'cartulera', che nel suo negozio ha visto passare generazioni di medesi bisognosi di acquistare materiale da cancelleria.
Si partiva tutti assieme, a piedi da Via Trento e la sosta era obbligata, anche solo per guardare la s...

Inizia la scuola. Alunni che crescono in educazione, conoscenze, età. Ma c'è anche chi ci riporta un po' indietro negli anni ai primi giorni di scuola di un po' di tempo fa.

Rina Del Pero ci ha inviato un articolo per ricordarci "l'Anna Dentuna", la 'cartulera', che nel suo negozio ha visto passare generazioni di medesi bisognosi di acquistare materiale da cancelleria.

Si partiva tutti assieme, a piedi da Via Trento e la sosta era obbligata, anche solo per guardare la sua vetrina. L’Anna Dentuna aveva sempre esposto qualche cosa che ti mancava: il pennino a campanile, la copertina colorata, il gesso e la carta suga (I assorbente).

Lei che in quella corte è nata il 23 giugno 1923 e ci abita ancora, la l’era curt averta perché passavano da lì i ass per ul maestrum , e anche ul sciur Pepin Besana, perché la via prima si chiamava via Privata Besana. Lucidissima nei suoi ricordi, cortese, elegante, con il suo fascino un poco inglese, con la carnagione e i capelli chiari, ci racconta un altro pezzo della Meda che non vogliamo perdere.

Quattro fratelli, tre femmine Erminia, Anna e Rita mancata a soli 27 anni e l’unico maschio Angelo nato l’8 dicembre 1913, militare sul fronte albanese prima e poi in Russia dove fu dato per disperso. Poi arrivarono notizie della sua morte avvenuta il 24 gennaio 1943 all’ospedale di Tambon – Russia occidentale che ricorda con commozione riferendoci le sue ultime parole quando, in partenza sul trenino elettrico dalla stazione di Meda con altri giovani medesi, verso Novara alla Divisione Sforzesca le disse:’dam scià ul sciampin che forzi l’è l’ultime volte che se vedum’. Avevano chiesto in comune, alla sciura Turati, di poter avere una destinazione diversa perché Angelo era l’unico figlio maschio con tre fratelli minorenni, ma non fu possibile ottenere la variazione.

Il papà si chiamava Alessandro, ’sandrin’ per i più, nato il 28 aprile 1888 e la mamma era Ambrogina Martinoli, nata l’11 novembre 1889, anche lei figura mitica nella cartoleria .

Aveva fatto le sei classi in sei anni e poi via, al lavoro, un anno solo al Bartulott a mettere le mollette sui telai poi a Seregno , alla Bellù la magliaia a fare ‘i fasett per i suldà’ . Ricorda che con l’amica Angelina Adda andò a piedi fino a Cesano Maderno a farsi fare ul cartelin del laurà. Angelina le rimase sempre amica e andò ad abitare anche lei nel cortile di via Trento.

Poiché il tempo passava e i genitori invecchiavano, Anna decise di dedicarsi a loro e rimase a casa aprendo e così, nel giugno del 1955 aprì la mitica cartoleria. Davanti alla sua bottega c’erano muntun de biciclett, adesso invece passen tuc de curse, perché oltre alla tradizionale cancelleria scolastica e a riempire le boccettine d’inchiostro, vendeva anche i lapis di legnameè, il matitone rosso. Anna poi sapeva coltivare bene la sua clientela perché regalava agli scolari un foglio di carta suga, la carta assorbente con il suo timbro. La carta le era regalata dal signor Legnani di Saronno, parente della sciura Gineta Rimoldi che aveva la salumeria in Piazza Cavour. Era una bella imprenditoria al femminile quella messa su da Anna perché con le altre due cartolaie, la sciura Luigia Maspero dell’Ellemme e la sciura Irene della Rusconi si scambiavano materiali e le procuravano i libri di testo. Anche la mamma Ambrogina andava a fare il corriere a Milano, con la sporta, in via Dante. Faceva credito volentieri e si marcava tutto sul librett.

Nel 1987 si prende una pausa di riposo e cede l’attività alla pronipote Laura ma passando oggi da Via Trento si respira ancora il buon odore di gesso, di pennini, di carta a quadrotta, insomma odore di bei tempi andati. Rina Del Pero