Aronica, il candidato che "sente" la città e si batte per le persone più fragili

MONZA - In città è una persona nota. Luca Aronica, 34 anni, è presidente dell’Unione ciechi e ipovedenti di Monza e Brianza. Ha deciso di candidarsi alle elezioni, a sostegno di Pier Franco Maffè: per battersi a favore delle persone più fragili

In questo periodo di campagna elettorale candidati sindaci e candidati consiglieri tutti a dirci come vorrebbero vedere (e qualcuno anche farci vedere) Monza. Ma c’è a Monza un candidato che la città non la vede, ma la sente ancor più profondamente degli altri e pur muovendosi con il bastone bianco “vede” e sente i punti di forza ma anche di debolezza della città.

È Luca Aronica, 34 anni, presidente dell’Unione ciechi e ipovedenti di Monza e Brianza che corre a sostegno della candidatura di Pier Franco Maffè. O meglio pedala in tandem (come lui stesso afferma) insieme alla collega Mariachiara Nardelli candidata consigliera che appoggia il noto ematologo del San Gerardo.

Luca, per chi lo conosce, è un vulcano di idee: instancabile, sempre pronto alla sfida, che non si arrende di fronte alla disabilità. Tutt’altro: è diventato operatore shiatsu, sempre in prima linea a difesa dei diritti dei non vedenti, si è più volte confrontato (e qualche volta anche scontrato) con le istituzioni, sta promuovendo con passione la pratica dello sport anche tra i ciechi.  Adesso ha deciso anche di scendere in politica.

“Ho deciso di intraprendere questa avventura portando avanti tematiche che conosco e che ho vissuto in prima persona – precisa – Puntando sul sociale, sui bisogni delle persone più fragili. Non solo diversamente abili ma anche coloro che per esempio hanno perso il posto di lavoro. Ma ci sono anche i problemi dell’edilizia scolastica così come quelli dei marciapiedi”.

Lo sa bene Luca che con il bastone più di una volta ha rischiato il ruzzolone. Aronica la conosce la macchina burocratica: nelle vesti di vicepresidente prima e presidente ora dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Monza più volte è andato a bussare alla porta di Comune e di Provincia. “Spesso mi sono sentito rimbalzare da un ufficio all’altro – ha continuato – Adesso voglio capire se davvero è corretto questo scaricabarile”.

Anche perché Aronica, così come molti italiani, proprio non si raccapezza in questa strana burocrazia. Tanto che non si era fatto problemi alcuni anni fa quando, mentre l’assessore Confalonieri annunciava l’avvio dell’installazione dei semafori intelligenti e sonori per la città, lo ha invitato ad interpellare direttamente i non vedenti, primi fruitori del servizio per capire la validità del progetto e il corretto posizionamento.

“Le associazioni vanno interpellate e coinvolte – ha proseguito – Se arriverò in consiglio comunale il mio impegno sarà prima di tutto ascoltare e cercare di capire le richieste dei cittadini e delle associazioni e rispondere in totale onestà se quelle istanze possono essere accolto oppure no, in che modo e in che tempi”.

Poi naturalmente attenzione anche ai temi più concreti. “Rendere accessibile la viabilità – ha aggiunto – problemi di buche, attraversamenti pedonali, mezzi pubblici che saltano le corse e che la domenica non ci sono”.

Una bella sfida per Aronica, accompagnato in questa avventura politica dalla compagna di lista Mariachiara Nardelli, 34 anni, mamma, insegnante e consigliere nazionale di Società e Famiglia che pone proprio al centro del suo programma la famiglia con i suoi bisogni e le sue potenzialità. Ma Monza è una città a misura di famiglia? “Si potrebbe migliorare – ha spiegato – Fornendo un aiuto in più alla genitorialità, alla coppia istituendo una sorta di centro di ascolto prima che la coppia entri in crisi per aiutare uomo e donna a capire le diverse modalità di linguaggio. Se i genitori sono sereni anche i figli sono sereni. O istituendo anche il Gaf, Gruppo aiuto familiare per evitare gli sprechi alimentari e sostenere la famiglia quando per esempio uno dei genitori perde il posto di lavoro. Oltre ad introdurre il Fattore famiglia comunale un documento da allegare all’Isee dove viene fatta una vera e propria fotografia della famiglia evidenziandone bisogni e tassandola quindi in modo più consono. Oggi purtroppo la famiglia italiana è mortificata”.


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