Arriva la "chirurgia green": un ecografo portatile per la Asst di Monza

MONZA - E' arrivata una bella novità alla Asst di Monza e Brianza: un ecografo portatile a ultrasuoni per le sale operatorie del reparto di Senologia. Un comodato d'uso gratuito dell'associazione Cancro Primo Aiuto

Un nuovo ecografo portatile e multidisciplinare da utilizzare nelle sale operatorie della Breast Unit di Senologia della Asst di Monza, diretta dal dottor Riccardo Giovanazzi. Un comodato d’uso gratuito dell’associazione Cancro Primo Aiuto Onlus per rendere la chirurgia sempre più attenta alla salute del paziente. Il nuovo apparecchio infatti si caratterizza per l’alta risoluzione delle immagini e per la grande maneggevolezza, consentendone il trasferimento nei diversi ambienti grazie all’estrema compattezza, un sistema portatile ad ultrasuoni che si contraddistingue per l’elevata precisione.

“Il peso di questa grande realtà monzese quale la Breast Unit – sottolinea il Direttore Generale della Asst di Monza, Matteo Stocco – è dato dall’alto valore scientifico, tecnologico, della ricerca e della cura e, in generale, dalla mole di lavoro svolta in questi otto anni di attività. L’integrazione funzionale e operativa delle singole figure professionali ha come obiettivo primario la diagnosi, la terapia, la gestione e la riabilitazione della paziente. I risultati finora ottenuti sono significativi. Il mio ringraziamento va a Cancro Primo Aiuto che attraverso questa donazione ci sprona a fare sempre meglio”. 

Grazie ai risultati raggiunti, confermati già nel 2015, la Asst di Monza è stata inserita da Regione Lombardia, con deliberazione X/5119 del 29 aprile 2016, nell’elenco delle strutture che appartengono alla Rete regionale dei Centri di senologia – Breast Units Network, classificandosi prima nella graduatoria delle Breast Unit di tutta la Brianza, settima su 38 strutture di tutta la Lombardia. 

“È importante utilizzare metodiche sempre più sofisticate per individuare anche i tumori più piccoli mentre si opera, quelli che non si vedono e non si sentono al tatto – sottolinea Riccardo Giovanazzi – oggi più dell’80 per cento dei casi di tumore della mammella che giungono alla nostra osservazione. Grazie a questa donazione attiviamo un ulteriore beneficio tecnologico non solo per individuare i tumori più piccoli ma soprattutto per rispettare il tessuto mammario che viene asportato il minimo necessario per curare la paziente. Cancro Primo Aiuto ci aiuta e ci stimola e la chirurgia apre una strada “green”, attenta alla salute del paziente, con un minor carico di radiazioni rispetto a quelle normalmente utilizzate”.

La Breast Unit è un modello di cura che conta 30 specialisti che seguono il percorso diagnostico terapeutico per il carcinoma alla mammella dall’attività chirurgica, oncologica, plastica, patologica, radioterapica e radiologica insieme alla genetica medica, oltre ai percorsi con gli psicologi e i fisiatri. 

I dati parlano da soli: il 2016 si è chiuso con 540 interventi chirurgici, oltre un centinaio dedicati alla chirurgia ricostruttiva dell’intera mammella; sono state eseguite 500 biopsie con sistemi eco guidati e 100 con il sistema mammotome, l’apparecchio per la diagnosi sempre più precoce e mini-invasiva del tumore al seno, che consente di effettuare biopsie mammarie multiple con un’unica introduzione dell’ago ed evitare l’intervento chirurgico se non strettamente necessario.

“La Breast Unit del San Gerardo è diventata un punto di riferimento anche per la nostra associazione – dichiara Antonio Bartesaghi, presidente di Cancro Primo Aiuto –. Per cui, quando è possibile, volentieri gli diamo una mano. In questo caso un ringraziamento particolare va al consigliere della nostra Onlus, Nicola Caloni: è grazie al suo contributo che abbiamo potuto fare questa donazione”.

“E speriamo di farne presto una più grande - aggiunge Flavio Ferrari, amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto - ovvero l’acceleratore lineare, per l’acquisto del quale la raccolta fondi sta andando avanti".


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