Brexit, Grimoldi: "Meno Europa e meno vincoli per non subire contraccolpi"
MONZA - Paolo Grimoldi, parlamentare della Lega Nord, commenta il risultato della "Brexit", quel "leave" deciso dai britannici per uscire dall'Unione Europea, facendo presente come deve agire l'Italia per non subire contraccolpi. Ovvero garantire una maggiore autonomia alla nostra Regione
"Ora più che mai Renzi deve concedere maggiori forme di autonomia alla Lombardia, oppure perderemo competitività sui mercati". E' l'auspicio dell'onorevole Paolo Grimoldi (Lega Nord), all'indomani della "Brexit" e dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
“Il mercato dell'Inghilterra - spiega Grimoldi - da solo, vale per le imprese lombarde un interscambio ogni anno di oltre 9 miliardi, stando ai dati forniti da una recente analisi della Camera di Commercio di Milano: si tratta di oltre 5,3 miliardi di export e 4 di import, Milano è prima con un import-export da 3,4, seguita da Bergamo e Varese. Questo significa che l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa rende ancora meno conveniente la permanenza dell'Italia in UE per ragioni commerciali, soprattutto per la Lombardia, che copre da sola il 27% di tutto l'interscambio tra Italia e Inghilterra, e per le altre Regioni del Nord che da sole coprono il complessivo 63% del l'interscambio commerciale con l'Inghilterra che ammonta a circa 33 miliardi".
Per il parlamentare del Carroccio il sistema per non subire contraccolpi è quello di intervenire a due livelli diversi: uno europeo e uno strettamente interno italiano: "È chiaro che adesso per la Lombardia cambia tutto con Londra fuori dalla UE per cui sarà necessario rivedere numerose regole di questa Europa, in una parola avere meno Europa e meno vincoli, considerato che avremo una forte penalizzazione nell'export con il mercato inglese. Ma anche il Governo italiano dovrà fare una riflessione sulla Lombardia, regione già fortemente penalizzata dalle sanzioni europee alla Russia: ora più che mai Renzi deve concedere maggiori forme di autonomia alla Lombardia, altrimenti con le regole attuali perderemo competitività sui mercati".
Con una evidenziatura finale: "Se si ferma la locomotiva della Lombardia si fermano tutti gli altri vagoni che trainiamo con il nostro Pil e le nostre tasse".
“Il mercato dell'Inghilterra - spiega Grimoldi - da solo, vale per le imprese lombarde un interscambio ogni anno di oltre 9 miliardi, stando ai dati forniti da una recente analisi della Camera di Commercio di Milano: si tratta di oltre 5,3 miliardi di export e 4 di import, Milano è prima con un import-export da 3,4, seguita da Bergamo e Varese. Questo significa che l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa rende ancora meno conveniente la permanenza dell'Italia in UE per ragioni commerciali, soprattutto per la Lombardia, che copre da sola il 27% di tutto l'interscambio tra Italia e Inghilterra, e per le altre Regioni del Nord che da sole coprono il complessivo 63% del l'interscambio commerciale con l'Inghilterra che ammonta a circa 33 miliardi".
Per il parlamentare del Carroccio il sistema per non subire contraccolpi è quello di intervenire a due livelli diversi: uno europeo e uno strettamente interno italiano: "È chiaro che adesso per la Lombardia cambia tutto con Londra fuori dalla UE per cui sarà necessario rivedere numerose regole di questa Europa, in una parola avere meno Europa e meno vincoli, considerato che avremo una forte penalizzazione nell'export con il mercato inglese. Ma anche il Governo italiano dovrà fare una riflessione sulla Lombardia, regione già fortemente penalizzata dalle sanzioni europee alla Russia: ora più che mai Renzi deve concedere maggiori forme di autonomia alla Lombardia, altrimenti con le regole attuali perderemo competitività sui mercati".
Con una evidenziatura finale: "Se si ferma la locomotiva della Lombardia si fermano tutti gli altri vagoni che trainiamo con il nostro Pil e le nostre tasse".