I profughi restano in via Asiago: la Regione dice no al trasferimento all’ospedale Vecchio

MONZA - I profughi per il momento restano dove sono. Il sindaco Roberto Scanagatti deve trovare un'altra soluzione alternativa all'Ospedale Vecchio. La Regione, dopo il sopralluogo dell'Asst, ha infatti negato l'autorizzazione

Niente profughi all’ospedale Vecchio di Monza di via Solferino. Arriva il diktat ufficiale del Pirellone: i richiedenti asilo da oltre un anno ospitati in via Asiago non potranno essere accolti nello storico ospedale in parte  dismesso.

La proposta avanzata dalla Giunta Scanagatti – attraverso una mozione targata Pd - e approvata dal consiglio comunale lo scorso novembre di dislocare momentaneamente i richiedenti asilo nello storico nosocomio è stata bocciata dalla Regione Lombardia dopo avere ricevuto e analizzato gli esiti del sopralluogo eseguito dall’Asst (ex Asl).

Contrari fin da subito a questa soluzione i consiglieri del Carroccio.

A quattro mesi dall’approvazione dell’aula adesso arriva la risposta della Regione: i migranti non possono essere ospitati negli spazi dell’ex nosocomio cittadino.

“Dall’esito si è accertata l’assoluta e onerosa necessità di urgenti lavori di riadattamento strutturale, impiantistico ed edilizio – si legge nel documento inviato al presidente del Consiglio comunale Donatella Paciello dall’assessore regionale sicurezza, protezione civile e immigrazione Simona Bordonali – motivo per cui è inattuabile la soluzione di utilizzare la struttura per l’accoglienza dei migranti. Gli immobili sono oggetto di procedura di alienazione per finanziare in quota parte la ristrutturazione del presidio ospedaliero San Gerardo ed è ormai prossima la vendita”.

Impossibile anche per questo motivo destinare una parte della grande struttura, a pochi passi dalla stazione e dal centro storico, a luogo di accoglienza – seppur temporanea – dei migranti.

“Sulla base delle informazioni acquisite – scrive l’assessore – non è dunque possibile l’utilizzo della struttura dell’ospedale vecchio per l’accoglienza dei migranti”.

La Giunta deve perciò attivarsi per trovare una nuova soluzione.

Quella dell’ospedale Vecchio sembrava la più attuabile in tempi stretti, da non da tutti accolta favorevolmente: ubicata a pochi passi dal centro e dalla stazione, vicino a diverse scuole, a una decina di metri dalla caserma dei carabinieri e dal comando della polizia locale, a qualche centinaio di metri dal commissariato di viale Romagna e proprio accanto al Sert (Servizio tossicodipendenze) che ha sede all’interno del Vecchio ospedale dove ci sono ancora diversi ambulatori del San Gerardo e la sede di alcune  associazioni di volontariato.

Barbara Apicella


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