Il San Gerardo apre le porte all’artificiere ferito: se idoneo, qui il trapianto di mano

MONZA - Quando si parla di trapianto delle mani, il primo pensiero va al professor Massimo Del Bene dell'ospedale San Gerardo di Monza e alla sua équipe. All'avanguardia nel mondo. Proprio lui si è detto disposto a visitare l'artificiere ferito a Firenze dall'ordigno a Capodanno per valutare la possibilità di un'operazione

Una nuova speranza e una seconda vita gliela potrebbero regalare i medici  del  San Gerardo. Restituendogli, qualora ci fossero i presupposti, quella mano che quel maledetto ordigno gli ha fatto perdere. Il 2017 è iniziato male per Mario Vece, l’artificiere in forza alla Polizia di Stato, che l'1 gennaio a Firenze nel tentativo di disinnescare un pacco bomba davanti alla sede di Casa Pound è rimasto gravemente ferito vedendosi amputata una mano e rischiando ora di perdere anche un occhio.

Ma dall’ospedale San Gerardo di Monza, balzato agli onori delle cronache mondiali per avere eseguito nel 2010  il primo doppio trapianto di mano usando la nuova tecnica delle cellule staminali mesenchimali, arriva una speranza. 

La disponibilità, qualora ci fossero tutti i presupposti, di sottoporre il poliziotto al trapianto di mano: così ha dichiarato ieri a “Il Giornale” il dottor Massimo Del Bene responsabile  dell’Unità operativa di Chirurgia Plastica e della Mano all’ospedale San Gerardo.

Una disponibilità che ci conferma: “Non appena si sarà rimesso e non appena vorrà io e la mia équipe  siamo disponibili a visitare e valutare la situazione dell’agente – spiega il dottor Del Bene – Non sono particolarmente favorevole al trapianto monolaterale. Ma qualora ci fossero condizioni particolari si potrebbe intervenire”.

La volontà dei medici del San Gerardo c’è: tutto però dipende da una serie complessa di particolari condizioni fisiche, psicologiche  e cliniche di non rigetto che, solo dopo una dettagliata anamnesi e l’esecuzione di numerosi test, sarà possibile valutare.

A quel punto, qualora l’agente dovesse rientrare nei parametri adatti per sottoporsi al trapianto che viene garantito  dal Sistema sanitario nazionale, entrerà nella lista d’attesa.

Proprio l’équipe del dottor Massimo Del Bene potrà restituire una seconda vita all’agente.

Qualora invece l’équipe del dottor  Del Bene valutasse Vece non idoneo a questo tipo di intervento per l’artificiere si aprirebbe la strada dell’impianto di protesi che in Italia viene eseguito principalmente dal Centro Protesi Vigorsio di Budrio in provincia di Bologna.

Barbara Apicella


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