Per la Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera, non ha alcun valore. Ma per gli appassionati, per chi vuole scoprire i limiti umani e, naturalmente, per il marketing è davvero importante: Eliud Kipchoge, il keniano medaglia d'oro ai giochi olimpici di Rio 2016, ha sbriciolato il record del mondo di maratona correndo sul circuito di Monza. Non è tuttavia riuscito a centrare l'obiettivo prefissato di correre la distanza sotto le due ore. Per un nonnulla: è arrivato al traguardo in 2h00'24".

Soli venticinque secondi di differenza, dunque, per una distanza di 42,195 chilometri. Il muro delle due ore, insomma, non è al di là dei limiti umani. Chi sosteneva che l'uomo non fosse ancora pronto per quei tempi, insomma, dovrà ricredersi.

Di certo resta da verificare cosa è possibile fare in una gara "normale". La corsa di Kipchoge (partito alle 5.45 di ieri mattina dopo aver ritenuto ideali le condizioni), infatti, non è omologabile per la federazione. Non si tratta di una maratona ufficiale, le sue "lepri" si davano il cambio riposandosi e poi c'erano di mezzo le scarpe. Quelle Zoom Vaporfly Elite preparate dalla Nike, con piastra di carbonio a cucchiaio per irrigidire il movimento e 21 millimetri di rialzo in punta, che devono ancora ottenere il benestare.

Nel frattempo la corsa ci regala una certezza. Il record mondiale attuale (2h02'57") detenuto dall'altro keniano Dennis Kimetto, può essere abbattuto. Per arrivare a 1h59'59" ed entrare definitivamente nella storia non manca molto. Ormai ci sono atleti - e scarpe - in grado di fare la differenza.