L'Unione Artigiani: "Il primo trimestre 2016 è desolante"
MONZA - I numeri non danno forniscono motivi per esultare. L'Unione Artigiani fornisce un quadro piuttosto negativo che mette in evidenza un calo del numero delle imprese e quello delle persone impiegate nel settore.
Un quadro preoccupante e desolante quello scaturito dall’analisi dei dati sulle imprese artigiane di Monza e Brianza al primo trimestre 2016, effettuato dall’ufficio studi dell’Unione Artigiani Mb in collaborazione con la Camera di Commercio.
A marzo le aziende artigiane brianzole hanno registrato 22.410 realtà, con un calo complessivo dello 0,44% rispetto al 2015 quando erano 22.509 (-99 unità), attenuato solo grazie al costante exploit delle imprese con titolare straniero (+4,1%) rispetto a quelle italiane (-1,2%). Peggio la media della regione Lombardia, che segna -0,99%.
Di pari passo, cala l’occupazione che sfiora un preoccupante 2% (-1,9%), segnando un calo degli addetti da 46.924 del 2015 agli attuali 46.052. Ancor peggiori i dati regionali, che attestano un netto -3%.
Significativo il dato riguardante i giovani artigiani, anch’essi in vistoso territorio negativo (-5,5% in un anno), passati da 2.457 realtà del 2015 a 2.321 di marzo 2016, medesima percentuale registrata dalla media regionale.
Unica nota lieta, l’imprenditoria artigiana femminile, cresciuta a Monza e Brianza, in un anno, dello 0,8% (+50 ditte), così come nella media lombarda.
Tra i settori, in crescita esponenziale l’istruzione (+50%, dato poco significativo però a causa del ridottissimo numero di unità), informazione e comunicazione (+8,6%), noleggi e agenzie di viaggi (+6%). In negativo sanità e assistenza sociale (-21,1%) e attività immobiliari (-14,3%).
"I dati fotografano una situazione di apprensione - commenta il segratario generale dell'Unione Artigiani di Monza e Brianza, Marco Accornero -, registrando cali di attività, occupazione e giovani nell’artigianato brianzolo. L'imprenditoria di origine straniera rappresenta una risorsa per la tenuta dell'artigianato, se svolta nel pieno rispetto delle regole, senza concorrenza sleale. Con circa 46mila addetti a Monza e Brianza e ben 537mila in Lombardia, l'artigianato si conferma come elemento importante nel quadro dell'economia locale, benchè persistano situazioni di oggettiva difficoltà confermate dai dati. Occorre prestargli più attenzione sia sotto il profilo dello snellimento burocratico e del peso fiscale, sia per l'accesso al credito, vitale per permettere alle micro e pmi di investire in innovazione e tentare la via della ripresa".
A marzo le aziende artigiane brianzole hanno registrato 22.410 realtà, con un calo complessivo dello 0,44% rispetto al 2015 quando erano 22.509 (-99 unità), attenuato solo grazie al costante exploit delle imprese con titolare straniero (+4,1%) rispetto a quelle italiane (-1,2%). Peggio la media della regione Lombardia, che segna -0,99%.
Di pari passo, cala l’occupazione che sfiora un preoccupante 2% (-1,9%), segnando un calo degli addetti da 46.924 del 2015 agli attuali 46.052. Ancor peggiori i dati regionali, che attestano un netto -3%.
Significativo il dato riguardante i giovani artigiani, anch’essi in vistoso territorio negativo (-5,5% in un anno), passati da 2.457 realtà del 2015 a 2.321 di marzo 2016, medesima percentuale registrata dalla media regionale.
Unica nota lieta, l’imprenditoria artigiana femminile, cresciuta a Monza e Brianza, in un anno, dello 0,8% (+50 ditte), così come nella media lombarda.
Tra i settori, in crescita esponenziale l’istruzione (+50%, dato poco significativo però a causa del ridottissimo numero di unità), informazione e comunicazione (+8,6%), noleggi e agenzie di viaggi (+6%). In negativo sanità e assistenza sociale (-21,1%) e attività immobiliari (-14,3%).
"I dati fotografano una situazione di apprensione - commenta il segratario generale dell'Unione Artigiani di Monza e Brianza, Marco Accornero -, registrando cali di attività, occupazione e giovani nell’artigianato brianzolo. L'imprenditoria di origine straniera rappresenta una risorsa per la tenuta dell'artigianato, se svolta nel pieno rispetto delle regole, senza concorrenza sleale. Con circa 46mila addetti a Monza e Brianza e ben 537mila in Lombardia, l'artigianato si conferma come elemento importante nel quadro dell'economia locale, benchè persistano situazioni di oggettiva difficoltà confermate dai dati. Occorre prestargli più attenzione sia sotto il profilo dello snellimento burocratico e del peso fiscale, sia per l'accesso al credito, vitale per permettere alle micro e pmi di investire in innovazione e tentare la via della ripresa".