Papa Francesco alla folla oceanica: "Dio cerca cuori disposti a credere a missioni straordinarie"
MONZA - Tante persone in festa - dalla diocesi parlano di un milione - per l'arrivo di Papa Francesco nel Parco di Monza. Tante le persone che lo hanno atteso anche dalle prime ore del mattino. Lui ha voluto salutare tutti passando con la sua auto in mezzo a tutti i pellegrini
Un milione di fedeli festanti hanno dato il benvenuto a Papa Francesco. Un evento epocale, un incontro che certamente rimarrà scritto nella storia della città di Teodolinda che, aprendo le porte del suo Parco, ha ospitato il Santo Padre. E Papa Francesco fin da subito ha conquistato il suo popolo attraversando tutto il pratone così da salutare i tantissimi accorsi da ogni parte del Nord Italia per vederlo.
La Messa, celebrata secondo il rito ambrosiano , è iniziata alle 15.25 al termine della processione del Papa giunto a bordo della sua papa mobile scortata dalle guardie svizzere.
Una grande corale formata da 9 mila cantori ad accoglierlo e ad accompagnare tutta la liturgia che ha visto il suo momento centrale proprio nella predica del Santo Padre.
Una predica imperniata sull’accoglienza, sull’abbattimento di muro e di barriere sul sapere vedere Gesù negli ultimi.
“Dio è nelle nostre lotte quotidiane – ha ricordato –. È nelle nostre scuole, università, piazze, ospedali”. Con chiari riferimenti alla situazione politica ed economica attuale.
“Oggi si specula sui poveri – ha proseguito il Santo Padre – sui migranti, sui giovani e sul loro futuro, sulle famiglie. La speculazione abbonda ovunque. La pressione dell’impotenza sembrerebbe inaridire l’anima e quando tutto si accelera per costruire in teoria una società migliore si perde il tempo da dedicare alla famiglia, all’amicizia, al prossimo”.
Come vivere quindi la gioia del Vangelo che proprio il 25 marzo ha celebrato l’Annunciazione a Maria della nascita di Gesù.
“Non vogliamo rimanere meri spettatori – ha ammonito Francesco – che guardano il cielo aspettando che smetta di piovere. Bisogna guardare al presente con audacia, nella certezza che la salvezza prende forma nella vita quotidiana”.
Il Papa è andato oltre indicando ai fedeli dove guardare e come agire, accogliendo tre sfide.
“La prima di rievocare la memoria – ha proseguito – Noi siamo invitati a guardare il nostro passato e a non dimenticare dove siamo oggi”. Un rimando preciso alla terra brianzola che ha vissuto due guerre mondiali e che si contraddistingue per la sua laboriosità. “Non siate prigionieri di discorsi che seminano divisioni”, ha aggiunto.
La seconda sfida poi è quella dell’apertura e dell’accoglienza. “Siamo milanesi, siamo ambrosiani ma soprattutto membri di un popolo di Dio multiculturale e multietnico – ha precisato – un popolo che non ha paura di abbracciare e di accogliere chi ha bisogno di Dio”.
Ricordando infine che nulla è impossibile al Signore. “Nulla è impossibile a Dio, apriamoci alla sua grazia – ha proseguito il Santo Padre – Lo sanno bene queste terre che hanno generato tanti carismi e tanti missionari”.
Un invito all’accoglienza, alla fede e alla preghiera per nuove vocazioni. Papa Francesco dal grande altare allestito nel Parco è andato dritto al cuore del suo popolo. “Una terra che si apra agli altri – ha continuato nell’omelia – Dio continua a cercare alleati, uomini e donne che si sentano parte del suo popolo, cuori capaci di ascoltare. Dio continua a cercare cuori come quello di Maria disposti a credere in missioni straordinarie”.
B.Api.
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