Parte da Monza la campagna nazionale per dare un respiro ai malati di fibrosi polmonare idiopatica

MONZA - E' partita dalla nostra città la campagna "Diamo respiro a chi non ce l'ha", per sensibilizzare i cittadini sulla fibrosi polmonare idiopatica. Una malattia che, se diagnosticata tardivamente, in pochi anni può portare anche alla morte

Per quasi tutti noi è un gesto comune, involontario. Per qualcuno invece poter respirare è una conquista che viene fatta giorno per giorno. Lo è per i malati di fibrosi polmonare idiopatica, una patologia rara che colpisce milioni di persone nel mondo. E nelle scorse settimane è partita proprio da Monza la campagna “Diamo respiro a chi non ce l’ha”, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa devastante patologia.

È  possibile donare un respiro con il gesto simbolico di soffiare in un palloncino e di postare la propria foto o video sui social network (youtube, facebook, twitter o instagram) usando l’hashtag #DIAMORESPIRO. Tutti i contributi saranno pubblicati anche su www.diamorespiro.it, sito web dedicato all’iniziativa, che contiene informazioni utili sulla diagnosi precoce della fibrosi polmonare idiopatica, patologia rara e fortemente invalidante.

Una patologia che in Lombardia vede ogni anno tra le 800 e 900 nuove diagnosi e che spesso, diagnostica troppo tardivamente, lascia poche speranze di vita ai malati la cui ancora di salvezza è il trapianto di polmoni. Una malattia che alla fine lascia senza fiato, nel senso letterario del termine, rendendo gravose anche le normali attività quotidiane e che in pochi anni porta alla morte.

Ma da Monza arriva una speranza, come spiegato nelle scorse settimane da alcuni specialisti intervenuti in un convegno organizzato alla Roche che sta sostenendo la campagna di sensibilizzazione. Da alcuni anni infatti l’azienda monzese produce e ha messo in commercio un farmaco (il pirfenidone) che ha fornito risultati molto positivi rallentando il declino della funzionalità polmonare, senza aumentare il rischio di sanguinamenti o di effetti sul sistema cardiovascolare.

Una malattia che oggi, grazie alla ricerca, riesce ad apparire meno devastante per chi ne è colpito e per i familiari che lo assistono. Perché, come ha raccontato nelle scorse settimane a Monza Alessandro, un paziente romano di 45 anni che da sei combatte contro questa patologia, la Ipf è una malattia che non permette alle persone di respirare normalmente ma alla quale oggi è possibile dare uno schiaffo gonfiando semplicemente un palloncino.