Senza le donne l'Italia brucerebbe 2 miliardi di euro al giorno
MONZA - Il dato arriva dall'ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza: il valore lavorativo delle donne in Italia è di 2 miliardi di euro. A cui, naturalmente, andrebbe aggiunto tutto il valore (economico ma anche educativo) svolto tra le mura di casa
Tra i tanti pensieri che si possono avere per la donna in occasione dell'8 marzo, uno di quelli migliori arriva dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza: uno studio in cui calcola "il peso", inteso come valore economico, della donna per il sistema Italia. Tirata la riga, il risultato è notevole: senza le donne l'Italia brucerebbe ogni giorno 2 miliardi di euro.
Questa la stima della Camera di commercio di Monza e Brianza sul lavoro prodotto dalle donne lavoratrici in Italia, complessivamente 9,5 milioni, tra dipendenti e imprenditrici. E questo senza considerare il lavoro domestico, per cui le “quote rosa” contribuiscono di più rispetto agli uomini. Nelle coppie dove entrambi i partner lavorano, infatti, la quota del lavoro familiare – che include i lavori di casa, la cura dei bambini, l’assistenza e la spesa – che grava sulle donne corrisponde al 69,1% con punte che toccano il 94,9% per lavare e stirare, la faccenda domestica che gli uomini evitano di più. La spesa è invece la voce più “bilanciata”, l’indice del 56,6% indica che esiste una quasi condivisione tra uomini e donne quando si tratta di riempire il carrello. In Piemonte maggior condivisione delle faccende di casa, in Puglia il carico grava di più sulle donne. Emerge da stima e elaborazioni della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat e Registro imprese.
Questa la stima della Camera di commercio di Monza e Brianza sul lavoro prodotto dalle donne lavoratrici in Italia, complessivamente 9,5 milioni, tra dipendenti e imprenditrici. E questo senza considerare il lavoro domestico, per cui le “quote rosa” contribuiscono di più rispetto agli uomini. Nelle coppie dove entrambi i partner lavorano, infatti, la quota del lavoro familiare – che include i lavori di casa, la cura dei bambini, l’assistenza e la spesa – che grava sulle donne corrisponde al 69,1% con punte che toccano il 94,9% per lavare e stirare, la faccenda domestica che gli uomini evitano di più. La spesa è invece la voce più “bilanciata”, l’indice del 56,6% indica che esiste una quasi condivisione tra uomini e donne quando si tratta di riempire il carrello. In Piemonte maggior condivisione delle faccende di casa, in Puglia il carico grava di più sulle donne. Emerge da stima e elaborazioni della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat e Registro imprese.
Sono oltre 9,5 milioni le donne occupate in Italia e rappresentano il 41,7% sul totale, al terzo trimestre 2016. Poche le donne dirigenti: poco più di 1 carica dirigenziale su 4 appartiene ad una donna. Percentuale più alta di donne occupate in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, dove rappresentano rispettivamente il 45,1% e il 45,5% degli occupati. In Lombardia la quota si attesta al 42,6%, era il 43,2% nel 2015, con 1,8 milioni di donne al lavoro. Sopra la media regionale, Milano (45,1%), Pavia (43,9%), Varese (43,4%) e Monza e Brianza (43,3%).
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