Usura ed estorsione dopo il poker: arrestati padre e figlio

MONZA - Prima la partita a poker in un bar situato alla periferia della città, poi l'impossibilità di far fronte al debito di gioco. Un imprenditore residente nel comasco si è rivolto ai Carabinieri che hanno arrestato padre e figlio per usura ed estorsione

I Carabinieri della Compagnia di Cassano d’Adda hanno chiuso le indagini scaturite dalla denuncia di un imprenditore 33enne, originario di Como, che si era presentato in caserma all’inizio del mese per denunciare di essere vittima di minacce.

Le immediate verifiche avviate dai Carabinieri hanno permesso di ricostruire come l’uomo avesse contratto un debito di gioco di 6 mila euro nei confronti di due italiani, padre 66enne e figlio 38enne, organizzatori di un giro di poker clandestino in un bar della periferia di Monza.

Nel giro di poco più di un anno il debito era cresciuto sino a 43 mila euro e le pressioni dei baristi si erano fatte pesantissime, sino a culminare in telefonate minatorie e, da ultimo, in una rapina, perpetrata ad agosto, quando l’imprenditore era stato aggredito e costretto a consegnare il portafogli.

Il 9 settembre scorso i militari dell’Arma, dopo essersi appostati a Melzo in via Mosè Bianchi, hanno quindi arrestato in flagranza di reato il padre, sorpreso mentre riceveva dalla vittima 2 mila euro in contanti. Procedendo all’immediata perquisizione del locale del capoluogo brianzolo i Carabinieri hanno rinvenuto altri 2 mila euro in contanti, assegni bancari, un’agenda con l’annotazione di somme di denaro dovute, oltre a carte da poker e fiches, il tutto riconducibile il gioco d’azzardo.

Infine, il 20 settembre, l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha portato dietro le sbarre anche il figlio, identificato quale autore della rapina. I due uomini risponderanno assieme dei reati di usura ed estorsione in concorso.


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