Via Asiago, condomini di nuovo sulle barricate: "Via tutti i profughi"

MONZA - Residenti di via Asiago sempre più esasperati. E, a dire il vero, si sentono anche presi in giro soprattutto dopo avere appreso la risposta che il sottosegretario di Stato, Domenico Manzione, ha dato all'interrogazione dell'onorevole Paolo Grimoldi.

Sono esasperati, non ne possono più delle condizioni di difficile convivenza dopo che, a quasi un anno, si sono visti arrivare nelle vesti di vicini di casa oltre un centinaio di profughi. Ma malgrado la stanchezza, le costanti segnalazioni alle forze dell’ordine, al sindaco, al vicesindaco, al prefetto, alla stampa, sui social i residenti del condominio di San Rocco prendono nuovamente carta e penna per alcune precisazioni in merito alla recente risposta che  il sottosegretario di Stato Domenico Manzione ha fatto all’interrogazione presentata in Parlamento lo scorso 26 luglio dall’onorevole Paolo Grimoldi (Lega Nord) che denunciava appunto la vicenda.

Non si stancano di spiegare il disagio che stanno vivendo, né di chiedere per l’ennesima volta lo spostamento in toto degli oltre cento profughi in altra destinazione, anche se sul numero esatto dei migranti che vivono nella palazzina ad oggi non hanno ricevuto risposte precise.

E lo scrivono a chiare lettere nel comunicato stampa indirizzato al sottosegretario Manzione, facendo precisazioni punto per punto sulla risposta ricevuta.

“I corsi di formazione non sono mai stati attuati come peraltro le lezioni di italiano sporadiche ed effettuate solo in concomitanza con le visite delle autorità”.

Ma quello che hanno più a cuore è la difficile convivenza e la necessità di intervenire con pulizie straordinarie a causa dell’utilizzo da parte degli ospiti di  scale e  pavimentazione esterna del porticato come vespasiano.

Impossibile ad oggi vendere quegli appartamenti, ricordano nel comunicato “il deprezzamento dal 30 al 50 per cento e la non vendibilità degli appartamenti è effettivo come da sopralluoghi  con varie società immobiliari”.

Non resta che la difficilissima convivenza dentro e fuori la palazzina. “La vita degli ospiti alterna la permanenza a casa ad attività sportiva occupando un campetto pubblico in via Asiago e non lasciando spazi e sfoghi ai ragazzini del quartiere”.

Ma l’inferno è soprattutto la sera e nel fine settimana. “La vita non stancante diurna fa sì che nelle ore notturne non dormano, non facendo così riposare i proprietari delle case. Come settimana scorsa quando a mezzanotte abbiamo chiamato la polizia per l’ennesima rissa”.


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