Nelle carceri lombarde 7.814 detenuti: 1.700 in più rispetto ai posti disponibili
Un inizio davvero ricco di significato per "100 tappe", il tour che il Consiglio regionale compirà anche quest'anno sul territorio lombardo. Il punto di partenza è stato rappresentato da una visita nella carceri per scoprire nel dettaglio la situazione delle strutture e dei detenuti
Il sovraffollamento, la carenza del personale e degli agenti di Polizia penitenziaria, la necessità di maggiori risorse per interventi strutturali e per lo sviluppo di percorsi di reinserimento lavorativo mirati alle richieste del mercato occupazionale, la possibilità di sviluppare progetti di assistenza almeno nel primo periodo di ritorno alla libertà. Sono solo alcuni dei temi affrontati ieri nel corso dell’iniziativa “100 tappe”, il viaggio di ascolto e lavoro del Consiglio regionale attraverso il territorio lombardo, programmato con l’obiettivo di fare il punto su problemi e situazioni particolari.
L’intera giornata è stata dedicata alle problematiche dei detenuti, alla luce della revisione della legge regionale n.8 del 2005 in materia di politiche carcerarie, che sarà prossimamente all'attenzione della Commissione. La delegazione guidata dal Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, insieme ai componenti della Commissione speciale sulla Situazione Carceraria presieduta da Fabio Fanetti, ha visitato gli istituti penitenziari milanesi del Beccaria e di San Vittore, incontrando alcuni detenuti e confrontandosi con i direttori delle carceri, i rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, gli agenti di Polizia penitenziaria e gli operatori carcerari. Erano presenti, oltre ai Presidenti Cattaneo e Fanetti, il Consigliere Segretario Eugenio Casalino (M5Stelle), i Consiglieri regionali Carolina Toia (Lista Maroni), Mario Mantovani (FI), Fabio Pizzul (PD), Michele Busi, Silvia Fossati e Daniela Mainini (Patto Civico).
L’intera giornata è stata dedicata alle problematiche dei detenuti, alla luce della revisione della legge regionale n.8 del 2005 in materia di politiche carcerarie, che sarà prossimamente all'attenzione della Commissione. La delegazione guidata dal Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, insieme ai componenti della Commissione speciale sulla Situazione Carceraria presieduta da Fabio Fanetti, ha visitato gli istituti penitenziari milanesi del Beccaria e di San Vittore, incontrando alcuni detenuti e confrontandosi con i direttori delle carceri, i rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, gli agenti di Polizia penitenziaria e gli operatori carcerari. Erano presenti, oltre ai Presidenti Cattaneo e Fanetti, il Consigliere Segretario Eugenio Casalino (M5Stelle), i Consiglieri regionali Carolina Toia (Lista Maroni), Mario Mantovani (FI), Fabio Pizzul (PD), Michele Busi, Silvia Fossati e Daniela Mainini (Patto Civico).
"I dati che emergono dalle ricerche svolte da Éupolis presentano un nuovo quadro del sistema carcerario in Lombardia. Abbiamo voluto dare nuovo spazio a questa riflessione con una seduta tematica delle 100 Tappe perché sono diventati ormai urgente un aggiornamento e una revisione della legge 8. Come Consiglio regionale vogliamo lavorare, dati alla mano, su questo tema per agire in questa direzione", ha affermato il Presidente Cattaneo che ha ricordato come l'iniziativa di sia caduta nella giornata del 25^ anniversario dell'arresto di Mario Chiesa che aprì l'epoca di Tangentopoli.
La mattinata si è aperta con la visita al Carcere minorile Cesare Beccaria nel quartiere Giambellino; la delegazione consigliare è stata accolta dalla direttrice Olimpia Monda e dalla dirigente del Centro di Giustizia minorile della Lombardia Flavia Croce. Nella struttura attualmente sono rinchiusi 44 detenuti di cui 10 di età compresa tra i 21 e i 25 anni, divisi prevalentemente fra rom, latinos e figli di ‘ndranghetisti, con accuse che vanno dallo spaccio alla rapina, dall'omicidio allo stupro.
Nel pomeriggio si è tenuta la visita al Carcere di San Vittore, il terzo della Lombardia per capienza e numero di detenuti, dopo Bollate e Opera, con una capienza regolamentare di 750 posti: attualmente vi sono recluse circa 930 persone, di cui il 10% donne; il 61% dei detenuti sono di nazionalità straniera, il 26% tossicodipendenti.
La sala polivalente dell’istituto carcerario ha ospitato un forum tematico sul tema “Come si trasforma il carcere, interazione carcere e città: giovani, diritti, reinserimento e lavoro”. Il forum è stato aperto dai saluti della Direttrice del carcere Gloria Manzelli e del Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Luigi Pagano; dopo gli interventi del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e del Presidente della Commissione Carceri Fabio Fanetti, è stata presentata la ricerca “Sostegno al reinserimento sociale e lavorativo” a cura dell’Università degli Studi di Milano e di Éupolis Lombardia, con le relazioni di Raffaele Monteleone e Luigi Nava. A seguire la tavola rotonda con il coinvolgimento, oltre che della direttrice Manzelli, di Manuela Federico Comandante della Polizia Penitenziaria di San Vittore e di Cesare Lari responsabile della Medicina Penitenziaria. Nel dibattito finale sono stati coinvolti i rappresentanti delle più significative associazioni e realtà sindacali, socio-assistenziali e della sicurezza che operano a stretto contatto con il mondo delle carceri. Le conclusioni sono state affidate a Raffaele Cattaneo, Fabio Fanetti e Luigi Pagano.
"Dobbiamo fare entrare la società civile nelle carceri, perché nessun percorso di reinserimento sociale e lavorativo potrà essere davvero efficace senza il consenso e il contributo diretto della stessa società civile", ha sottolineato Fabio Fanetti, ricordando come nella capacità del perdono sta la forza di una società veramente civile. "Altro tema fondamentale - ha concluso Fanetti - sarà quello delle risorse, sul cui reperimento lavoreremo in modo approfondito in Commissione consapevoli della necessità di assicurare il più ampio ventaglio possibile di percorsi formativi in ambito lavorativo e occupazionale".
Dati e numeri dei detenuti nelle carceri lombarde
Complessivamente, secondo i dati forniti dal Dipartimento di Amministrazione penitenziaria (DAP), nei 18 istituti penitenziari lombardi, al 31 dicembre 2016 risultavano reclusi 7.814 detenuti a fronte di una capienza regolamentare complessiva stimata in 6.120 posti. Il 46,2% è di nazionalità straniera, il 31,7% è tossicodipendente. Le donne detenute sono il 4,6% del totale: esistono sezioni femminili solo nelle carceri di Bergamo, Bollate, Verziano, Como, Mantova, San Vittore e Vigevano. Il 15,1% dei detenuti in Lombardia è in attesa di primo giudizio, mentre il 66,7% ha già ricevuto una condanna definitiva Su 5504 detenuti già condannati, più della metà (2292 persone) deve scontare pene inferiori ai 3 anni, il 48% dei quali (1.116 persone) addirittura inferiore a un anno: gli ergastolani sono 258, sono 66 i detenuti che devono ancora scontare più di 20 prima di tornare in libertà.
La Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di detenuti, seguita dalla Campania (6.887), dal Lazio (6.108) e dalla Sicilia (6.032): da sole, queste quattro regioni raggiungono la metà della popolazione detenuta in Italia. La Campania è quella con la più bassa incidenza di stranieri (13,1%), mentre con il suo 46,2% di detenuti stranieri la Lombardia ha l’incidenza più alta.
A fronte di un indice nazionale medio del 108,8%, in Lombardia l’indice di sovraffollamento medio è pari al 127,7%, comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti dopo che nel 2010 aveva superato il 168%. Notevoli le differenze che si riscontrano a questo proposito sul territorio regionale: ci sono istituti penitenziari con un indice di sovraffollamento al di sotto della soglia, come quello di Sondrio (69%) e quello di Bollate (94,9%), mentre a Verziano (BS) e a Como l’indice di sovraffollamento supera addirittura il 180%.
La Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di detenuti, seguita dalla Campania (6.887), dal Lazio (6.108) e dalla Sicilia (6.032): da sole, queste quattro regioni raggiungono la metà della popolazione detenuta in Italia. La Campania è quella con la più bassa incidenza di stranieri (13,1%), mentre con il suo 46,2% di detenuti stranieri la Lombardia ha l’incidenza più alta.
A fronte di un indice nazionale medio del 108,8%, in Lombardia l’indice di sovraffollamento medio è pari al 127,7%, comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti dopo che nel 2010 aveva superato il 168%. Notevoli le differenze che si riscontrano a questo proposito sul territorio regionale: ci sono istituti penitenziari con un indice di sovraffollamento al di sotto della soglia, come quello di Sondrio (69%) e quello di Bollate (94,9%), mentre a Verziano (BS) e a Como l’indice di sovraffollamento supera addirittura il 180%.
Le politiche regionali per le carceri
Come evidenziato nella ricerca presentata, dall’approvazione della legge regionale n.8 del 2005, Regione Lombardia ha stanziato 25 milioni di euro per le politiche carcerarie. Di questi circa 3 milioni sono stati destinati esplicitamente alla costituzione, formazione e implementazione della figura dell’agente di rete (operatore che si affianca al personale educativo per facilitare il reinserimento sociale dei detenuti), mentre oltre 22 milioni sono stati destinati all’attuazione dei Piani di intervento predisposti dalle Aziende Sanitarie Locali. In merito alle politiche di inclusione sociale finanziate attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE), Regione Lombardia ha attivato dal 2008 al 2013 anche un’apposita linea della dote formazione e lavoro, denominata dote “soggetti deboli”, dedicata alle persone tra i 16 e i 64 anni soggette a restrizione della libertà o ammesse a misure alternative alla pena detentiva. La dote si somma ai progetti di formazione e inserimento lavorativo finanziati attraverso i Piani ASL. Le risorse destinate alla dote “soggetti deboli” superano gli 11 milioni di euro.
Nel triennio 2011-2013 le doti attribuite sono state 2.468 (87% per progetti di riqualificazione e 13% per progetti di ricollocazione). I beneficiari raggiunti (in totale 2.309) sono principalmente maschi (90,5%), con età media di quasi 37 anni. I destinatari degli interventi dei Piani ASL relativi al biennio 2014?2015, sono stati invece 6.259 (detenuti o soggetti a misure alternative) e rappresentano il 33% dei potenziali destinatari, considerando tutti i detenuti della Lombardia con un residuo di pena inferiore ai tre anni e tutti i soggetti che usufruiscono di una misura alternativa alla detenzione. Lo studio ha riscontrato che gli interventi regionali faticano ad intercettare le fasce più vulnerabili come i senza fissa dimora, gli stranieri privi di rete sociale e i tossicodipendenti.
Nel triennio 2011-2013 le doti attribuite sono state 2.468 (87% per progetti di riqualificazione e 13% per progetti di ricollocazione). I beneficiari raggiunti (in totale 2.309) sono principalmente maschi (90,5%), con età media di quasi 37 anni. I destinatari degli interventi dei Piani ASL relativi al biennio 2014?2015, sono stati invece 6.259 (detenuti o soggetti a misure alternative) e rappresentano il 33% dei potenziali destinatari, considerando tutti i detenuti della Lombardia con un residuo di pena inferiore ai tre anni e tutti i soggetti che usufruiscono di una misura alternativa alla detenzione. Lo studio ha riscontrato che gli interventi regionali faticano ad intercettare le fasce più vulnerabili come i senza fissa dimora, gli stranieri privi di rete sociale e i tossicodipendenti.
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