Pedemontana: "Insieme in rete" chiede ai sindaci di tutelare la salute dei cittadini
Fatte le prime due inaugurazioni, il discorso Pedemontana sembra tutt'altro che chiuso. Non soltanto perché la gran parte del tracciato dell'autostrada è ancora da realizzare, ma anche perché ci sono ancora molte realtà che non condividono la necessità di procedere e che annunciano battaglia su tutti i fronti. Tra queste anche il coordinamento ambientalista di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile" che da tempo cerca di sensibilizzare amministratori pubblici e cittadini. "Il progetto ...
Fatte le prime due inaugurazioni, il discorso Pedemontana sembra tutt'altro che chiuso. Non soltanto perché la gran parte del tracciato dell'autostrada è ancora da realizzare, ma anche perché ci sono ancora molte realtà che non condividono la necessità di procedere e che annunciano battaglia su tutti i fronti. Tra queste anche il coordinamento ambientalista di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile" che da tempo cerca di sensibilizzare amministratori pubblici e cittadini. "Il progetto esecutivo dell'opera - scrive "Insieme in rete" -, molto diverso da quello originario, è oggi un ecomostro costruito a spizzichi e bocconi, nella modalità più retriva che continua a prediligere le faraoniche e costose infrastrutture autostradali, devastanti per il territorio, l’ambiente, la viabilità, la vivibilità e con un dispendio di ingenti risorse economiche praticamente solo pubbliche. Il pedaggiamento della Tratta A Varese-Lomazzo non può essere applicato per problemi tecnici non risolti in tempo utile. Per questo l'opera, già finanziariamente deficitaria, non potrà contare su quegli introiti". "Insieme in rete" ricorda che "la Tratta A è stata aperta senza che sia stata realmente completata", visto che il sindaco di Cislago dà battaglia sull'apertura del tunnel di sicurezza perché non è ancora stata realizzata nessuna delle compensazioni prospettate e che erano organiche al progetto”. Anche nella Tratta B1 Lomazzo-Lentate - scrive "Insieme in rete" - "i lavori sono stati avviati in assenza delle opportune autorizzazioni ministeriali e continuano a procedere in sfregio alle prescrizioni del Cipe che riguardano le opere di connessione, di compensazione e di mitigazione, ma anche agli aspetti connessi con la salute dei cittadini, come la movimentazione delle terre dei cantieri". Il coordinamento ambientalista sostiene che Legambiente Lombardia ha fatto bene a rivolgersi alla magistratura, ma sollecita i sindaci a non subire passivamente i lavori: a loro il compito di verificare la conformità delle procedure alla legge chiedendone il rispetto. "Quest’attenzione non c’è stata nei Sindaci della Tratta B1 e l’ecomostro è entrato senza autorizzazioni sul loro territorio, lo ha sventrato, ha cancellato un bosco di grande pregio ambientale – la Moronera, realizzando 7,5 km di solo nastro d’asfalto, che giace ora in attesa di completamento, di collaudo e di seguenti e immancabili inaugurazioni, un’opera senza le necessarie connessioni, mitigazioni e senza compensazioni ambientali." "Insieme in rete" ricorda che già nel novembre 2014 ha avvisato i sindaci della Tratta B2 Lentate-Cesano Maderno: "non osi Pedemontana operare nel territorio contaminato da diossina in sfregio delle prescrizioni che fanno divieto di procedere, anche solo nella stesura del progetto esecutivo, senza aver prima verificato tramite la caratterizzazione dei terreni il livello di contaminazione da diossina. Su questo chiediamo ai sindaci di esercitare tutto il loro potere e dimostrare la loro responsabilità nei confronti della salute dei cittadini. I sindaci della Tratta B2 sarebbero facilitati nel loro doveroso compito, se a monte i sindaci della Tratta A e della Tratta B1 cominciassero finalmente a prendere coscienza di quello che è accaduto sulle loro teste e contribuissero a fermare il prosieguo di un’opera monca chiedendo che i residui finanziamenti siano indirizzati alla realizzazione delle compensazioni ambientali e delle mitigazioni laddove l’autostrada è già in essere".