Ritorno al passato: gli universitari milanesi si portano la schiscetta

Il pasto preparato a casa e consumato a scuola, la vecchia schiscetta, continua ad animare le discussioni per quanto riguarda l'alimentazione degli alunni della scuola primaria. Gli universitari, però, hanno ben pochi dubbi: la maggior parte di loro lo porta nello zainetto

Pausa pranzo in università? Addio ai piatti consumati in mensa o al bar. Adesso gli studenti degli atenei milanesi optano per la schiscetta. Il 64 per cento degli studenti si porta il pranzo da casa, con un importante beneficio sia per il portafogli sia per la salute. Questo quanto emerge dall’indagine “Le abitudini alimentari degli studenti delle università di Milano” promossa dal Comitato Scientifico Le Università per Expo 2015 del Comune di Milano.

L’indagine, che si è svolta da dicembre 2015 a giugno 2016 ha coinvolto 7.607 studenti degli iscritti alle università Milano-Biccoca, Statale, Bocconi, San Raffaele e Scuole civiche Fondazione Milano che corrisponde al 7 per cento della popolazione universitaria milanese.

Dati alla mano il 64 per cento degli intervistati ha dichiarato di portarsi sempre (o molto spesso) il cibo da casa. In particolare le studentesse. Solo il 10 per cento ha dichiarato di non portarsi mai la schiscetta.

Inoltre il 54 per cento degli intervistati ha dichiarato che consuma in università dai 3 ai 5 pasti al giorno e il 98 per cento il pranzo. Elevate però anche le percentuali di chi in ateneo fa colazione (46 per cento), la merenda del mattino (58 per cento) e quella del pomeriggio (52 per cento).

Ma che cosa troviamo nella schiscetta? Certamente un primo piatto per affrontare con la giusta carica di energia il pomeriggio di lezioni. Il primo piatto vince sia tra i maschi (63 per cento) che tra le femmine (58 per cento). Anche se quest’ultime, più attente alla linea, optano anche per l’insalata (54 per cento). Tengono forte anche i classici pranzi al volo con il panino (44 per cento) o a pizza (40 per cento). Naturalmente portati da casa.

L’indagine inoltre presenta per la prima volta alcuni aspetti legati allo stato di salute degli studenti. In particolare si è incrociato il Body Mass Index (BMI), ovvero la massa corporea di ciascuno studente, con il peso percepito: ne è risultato che il 16 per cento delle studentesse si sente sovrappeso contro il 14,5 per cento degli studenti. Se guardiamo invece al totale degli intervistati, il 77,5 per cento ha mostrato di avere una percezione corretta del proprio peso.

Un rapporto migliore con il cibo e con il proprio corpo anche grazie all’evento Expo 2015 che ha ulteriormente sensibilizzato le nuove generazioni sull’importanza di una corretta alimentazione. Emerge infatti che il 32 per cento degli intervistati dopo l’Esposizione mondiale dedicata appunto al cibo ha migliorato il proprio rapporto con la tavola facendo più attenzione a quello che mangia e soprattutto cercando di limitare gli sprechi.


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