Non riesce a suicidarsi, racconta di essere stato rapinato: ora nei confronti del benzinaio è scattata la denuncia
SENAGO - Nessuna aggressione, nessuna rapina: il benzinaio trovato sanguinante a terra settimana scorsa in via per Cesate, zona campo di baseball, aveva cercato di suicidarsi con una coltellata nel petto. Fallito il tentativo, aveva inventato una scusa con i Carabinieri
Ha provato a suicidarsi, ma non è riuscito nel suo tentativo. E, forse per un senso di vergogna, ha raccontato ai Carabinieri di essere stato rapinato. Il benzinaio soccorso settimana scorsa a Senago è stato denunciato. Comparirà davanti al giudice per rispondere di procurato allarme e simulazione di reato.
L'uomo, un cinquantaquattrenne titolare di un distributore di carburante a Limbiate, fin da subito non aveva convinto i Carabinieri. Era stato trovato a terra, con una ferita al petto, e trasportato all'ospedale di Niguarda. Operato d'urgenza, la lama del coltello si era fermata a tre centimetri dal cuore.
Dopo l'operazione aveva spiegato alle forze dell'ordine che stava andando a piedi al lavoro e che due uomini armati di pistola avevano cercato di rapinarlo. Lui aveva reagito estraendo di tasca il coltellino, ma proprio con quello era stato colpito al petto.
Versione un po' strampalata, per più motivi: la distanza che avrebbe percorso a piedi per arrivare al lavoro (diversi chilometri), la rapina avvenuta non a fine giornata con l'incasso in mano, ma addirittura prima di iniziare. In ogni caso i militari hanno avviato le indagini e, come sempre, potendo disporre delle immagini di telecamere presenti in via per Cesate, hanno iniziato da lì dando un'occhiata.
I sospetti dei Carabinieri hanno trovato presto conferma: le immagini rivelano che, a parte il benzinaio, non sono mai state presenti altre persone. E si vede che è lui a gettare nella siepe il borsello contenente 500 euro.
Messo alle strette, ha confessato: a causa di crisi depressive ha cercato di suicidarsi conficcandosi il coltello nel petto. Poi, sanguinante ma vivo, ha avuto paura e ha chiesto aiuto ai passanti. Non avendo il coraggio di ammettere nell'immediato cos'aveva combinato, ha inventato la storia della rapina.
L'uomo, un cinquantaquattrenne titolare di un distributore di carburante a Limbiate, fin da subito non aveva convinto i Carabinieri. Era stato trovato a terra, con una ferita al petto, e trasportato all'ospedale di Niguarda. Operato d'urgenza, la lama del coltello si era fermata a tre centimetri dal cuore.
Dopo l'operazione aveva spiegato alle forze dell'ordine che stava andando a piedi al lavoro e che due uomini armati di pistola avevano cercato di rapinarlo. Lui aveva reagito estraendo di tasca il coltellino, ma proprio con quello era stato colpito al petto.
Versione un po' strampalata, per più motivi: la distanza che avrebbe percorso a piedi per arrivare al lavoro (diversi chilometri), la rapina avvenuta non a fine giornata con l'incasso in mano, ma addirittura prima di iniziare. In ogni caso i militari hanno avviato le indagini e, come sempre, potendo disporre delle immagini di telecamere presenti in via per Cesate, hanno iniziato da lì dando un'occhiata.
I sospetti dei Carabinieri hanno trovato presto conferma: le immagini rivelano che, a parte il benzinaio, non sono mai state presenti altre persone. E si vede che è lui a gettare nella siepe il borsello contenente 500 euro.
Messo alle strette, ha confessato: a causa di crisi depressive ha cercato di suicidarsi conficcandosi il coltello nel petto. Poi, sanguinante ma vivo, ha avuto paura e ha chiesto aiuto ai passanti. Non avendo il coraggio di ammettere nell'immediato cos'aveva combinato, ha inventato la storia della rapina.
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