Sposari: "Le vasche di laminazione sono le nostre Black Hills"

SENAGO - Lo sfogo di Antonio Sposari, assessore all'Ambiente, sul sito Internet del Comune contro la consegna del cantiere delle vasche di laminazione. Un'opera che non accetta e che, con una lettera aperta ai cittadini, contesta nel metodo e nel significato

Non è un mistero che le vasche di laminazione, soluzione che va a colpire il territorio per salvare Milano dalle esondazioni del Seveso, risultino sgradite ai cittadini di Senago e all'amministrazione comunale. Ma Antonio Sposari, assessore comunale all'Ambiente, non usa mezzi termini per definire la situazione: "Il 28 ottobre e l'inizio dei lavori delle vasche di laminazione sono le nostre Black Hills".

A qualcuno forse dirà poco questa espressione, ma è decisamente eloquente: è quel luogo sulle Montagne rocciose in cui si svolsero le guerre indiane dopo la scoperta dell'oro. Fieramente opposti Cavallo Pazzo e Toro Seduto contro il generale Custer e l'esercito determinato a rinchiudere gli indiani altrove in una riserva.

"C’è un genocidio che non sarà mai ricordato abbastanza - spiega Sposari - ovvero quello degli indiani delle praterie americane. E c’è un momento che ha segnato la loro fine: la scoperta da parte dell’oro nelle Black Hills. Quanto è avvenuto, dopo il furto di quelle terre, ha comportato la loro fine, come nazioni, come popoli, come identità e come tradizioni. Ci sono molte analogie, per chi ancora riesce a leggere tra le pieghe del tempo, tra questo evento e le sue fatali conseguenze, e la scelta di realizzare nel territorio di Senago le vasche di laminazione: ciò che abbiamo tutelato, in luogo invece di quanto altri hanno depauperato, è il nuovo oro".

E la sottrazione delle terre, finora salvaguardate dal Comune e mantenute a verde, da parte delle istituzioni superiori che intendo fare le vasche di laminazione, è ulteriormente sottolineata dall'assessore con un'altra immagine: "In natura se il territorio di un branco di lupi esaurisce le proprie risorse, questi invadono quello di un altro branco. È così per i leoni e per tutti i grandi predatori, che, a volte, però, dimostrano, pur rispondendo al solo istinto, un qualche primordiale senso di giustizia, non infierendo sui più deboli. E’ senso di giustizia, quindi, cioè, ciò che è giusto fare, il principio che differenzia la specie umana da quelle degli altri animali".

Per l'assessore, insomma, per questo stesso senso di giustizia, le vasche di laminazione non sono accettabili: "Sono ingiuste perché non riguardano il nostro territorio, sono ingiuste perché premiano chi ha sbagliato, sono ingiuste perché non risolvono il problema, sono ingiuste perché pesano sulle tasche dei cittadini, sono ingiuste perché distruggono un territorio protetto dalle speculazioni, feriscono il nostro sguardo, uccidono i nostri ricordi, vanificano i sacrifici d’intere generazioni e distruggono la nostra identità".

L'invito ai cittadini è quello di non abbassare la guardia: "Siano loro, insieme all'amministrazione comunale, a decidersi su come opporsi al degrado. Siano i cittadini con noi a organizzarsi per difendere il loro diritto a essere comunità, a opporsi, pacificamente e in modo non violento, ai torti di quanti, diversamente da noi, nulla hanno fatto in questi anni per tutelare i loro territori".


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