L'Unione Artigiani: "No a nuove tasse per far fronte alla crisi greca"

"E' impensabile progettare di salvare la Grecia attraverso nuove imposte". Così Marco Accornero, segretario generale dell'Unione Artigiani di Monza e Brianza sulla crisi greca. E l'avvertimento al Governo italiano sul fatto che i nostri imprenditori sono già troppo tartassati.

“Pur ribadendo la nostra solidarietà al popolo greco per la grave crisi che sta colpendo il Paese, auspichiamo che dalle importanti riunioni in programma a Bruxelles, Eurogruppo prima e capi di Stato e di Governo in seguito, i membri Ue non optino per soluzioni che prevedano aumenti di tasse che scarichino debito e sprechi greci sui popoli e sulle imprese europee con gravi conseguenze sull'intera Unione Europea.”

L'Unione Artigiani di Monza e Brianza, per voce del segretario generale Marco Accornero, è categorica nell'affermare la piena responsabilità della situazione ellenica in capo ai governi che si sono succeduti negli ultimi decenni ad Atene, giungendo a truccare i conti dello Stato. 

Il risultato del referendum di domenica fa temere che i greci non vogliano rinunciare a quei privilegi palesemente insostenibili che hanno prodotto il gravissimo buco nei conti dello Stato.

“Comprendiamo – sottolinea Accornero –, che il concetto di Europa unita debba considerare anche azioni solidali nei confronti di Paesi in difficoltà, ma riteniamo inaccettabile un salvataggio che faccia ricadere i costi del taglio o addirittura dell'annullamento del debito greco sulle spalle dei contribuenti comunitari e delle attività produttive, anch'essi segnati da anni di crisi economica e stagnazione.”

“In particolare, invitiamo il premier, Matteo Renzi, e il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, a non condividere soluzioni che prevedano aumenti di accise o, peggio, l'introduzione di una “tassa di scopo” per scongiurare il default greco e l'uscita del Paese ellenico dal sistema monetario dell'Euro. Il cuneo fiscale italiano ha raggiunto limiti insostenibili su persone, famiglie e aziende, e non si possono che pensare azioni volte alla sua graduale diminuzione. E' perciò impensabile progettare di salvare la Grecia attraverso nuove imposte.”