Lavoro in nero ed edilizia: blitz del Ministero nei cantieri

Tempi duri per l'edilizia, ma anche per il lavoro in nero che contraddistingue il settore. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, infatti, ha iniziato già da mesi un'azione di contrasto a questo fenomeno. E nei giorni scorsi ha reso noti i risultati dell’attività di vigilanza: svolta sotto il coordinamento della Direzione generale per l’Attività Ispettiva dagli ispettori del lavoro delle Strutture territoriali e dai militari dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito dell’Operazio...

Tempi duri per l'edilizia, ma anche per il lavoro in nero che contraddistingue il settore. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, infatti, ha iniziato già da mesi un'azione di contrasto a questo fenomeno. E nei giorni scorsi ha reso noti i risultati dell’attività di vigilanza: svolta sotto il coordinamento della Direzione generale per l’Attività Ispettiva dagli ispettori del lavoro delle Strutture territoriali e dai militari dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito dell’Operazione “Mattone sicuro”, finalizzata a rafforzare nel settore edile il contrasto al lavoro sommerso e gli interventi di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, gli accessi ispettivi sono stati mirati al contrasto dell’impiego di lavoratori irregolari o “in nero”, del caporalato e degli appalti illeciti, nonché al contenimento del rilevante fenomeno infortunistico, attraverso l’attenta verifica delle condizioni di lavoro, anche sotto il profilo prevenzionistico. Nel corso delle attività, svolte nel periodo 21 maggio - 30 settembre 2012, aventi l’obiettivo di sottoporre a controllo almeno n. 15.000 aziende edili dislocate su tutto il territorio nazionale, sono state ispezionate 18.207 aziende di cui il 59% in una situazione di irregolarità. Infatti, le ispezioni in cui sono stati contestati illeciti sono pari a 10.817. La percentuale di aziende irregolari più significativa è stata registrata nelle seguenti Regioni: Molise (94%); Liguria (78%); Calabria (77%); Basilicata (76%); Sardegna 70%); Puglia (67%); Lombardia e Abruzzo (66%). I lavoratori irregolari sono risultati 7.563 di cui 3.680 totalmente in nero (pari al 49%), con punte del 67% in Puglia, 66% in Basilicata e in Molise, del 65% in Campania, del 63% in Lazio, del 57% in Calabria. Sono stati adottati 1.138 provvedimenti di sospensioni dell’attività imprenditoriale per l’utilizzo di personale in nero e disposti n. 44 sequestri. Sono state contestate 12.887 violazioni prevenzionistiche e deferite n. 7.260 persone all’Autorità giudiziaria.