Cattaneo scrive a Renzi e Alfano: "Delinquenza, siamo tornati indietro di 30 anni per colpa della ferrovia"
CERIANO LAGHETTO - Il sindaco Dante Cattaneo, esasperato dalla situazione che si è venuta a creare in paese, con l'attività di spaccio che caratterizza l'area boschiva dal Parco delle Groane, ha scritto una lettera a Renzi e ad Alfano. Per chiedere aiuto o per sapere se lo Stato alza bandiera bianca contro la criminalità.
Aveva più volte denunciato la situazione di degrado. Aveva anche provato a far sentire le esigenze del territorio anche alle istituzioni superiori. Dante Cattaneo, sindaco di Ceriano Laghetto, ha preso di nuovo carta e penna per scrivere una lettera al premier Matteo Renzi e al ministro Angelino Alfano e chiedere aiuto per debellare la piaga dello spaccio in paese, nell'area boschiva del Parco delle Groane.
Una lettera in cui il primo cittadino evidenzia di essere stato finora inascoltato nelle sue precedenti esortazioni e in cui afferma che, anche a causa della linea ferroviaria Saronno-Seregno, il paese ha fatto un salto indietro di trent'anni. La lettera qui di seguito in versione integrale:
Gentili signori,
scrivo questa lettera quale ulteriore appello, dopo analoghe lettere inviate tempo fa e rimaste, di fatto, inascoltate. Torno con insistenza ad informarvi e a chiedere un vostro intervento, per la situazione di grave disagio e pericolo per le persone che ormai da molti mesi permane nelle aree del Parco delle Groane a ridosso dei centri abitati.
Tali zone sono ormai diventate a totale appannaggio di spacciatori di droga e tossicodipendenti, la cui presenza non solo impedisce la normale fruizione degli splendidi ambienti del nostro patrimonio boschivo, ma crea situazioni di degrado oltre che danni notevoli sotto il profilo ambientale, peraltro in un sito di interesse comunitario (Sic) che dovrebbe godere anche della tutela dell'Unione europea, ed è oggetto di devastazioni, abbandono di rifiuto ed incendi di natura accidentale o dolosa.
Come se questo non bastasse, agli episodi di violenza nei confronti delle persone, con rapine, furti e molestie, vi sono anche danni procurati ad abitazioni e aziende della zona, oltre che con la necessità di interventi continui da parte di Forze dell'ordine. Un quadro inquietante, seppur parziale, della situazione, è stato riassunto nel reportage pubblicato sul quotidiano La Stampa del 17 aprile 2016 ripreso anche nel telegiornale di Rai 1 della sera in data 18 aprile.
La riattivazione della linea ferroviaria Saronno-Seregno, promossa a suo tempo come occasione di rilancio del trasporto pubblico anche ai fini della riduzione del traffico e dell'inquinamento ambientale, a poco più di tre anni dalla ripresa della circolazione dei treni, a mio avviso è da ritenersi un totale fallimento, soprattutto se si prova a stilare un bilancio tra i pochi benefici apportati e i molti danni da essa causati a causa dell'utilizzo dei treni da parte di delinquenti e spacciatori, che ora possono raggiungere in gran numero, comodamente e quasi sempre in maniera gratuita, evitando di pagare il biglietto, i nostri boschi da località anche piuttosto remote.
In compenso, sono davvero tanti gli studenti e i lavoratori pendolari che, se all'inizio avevano cominciato a frequentare i treni della linea riattivata per i loro spostamenti quotidiani, casa-scuola o casa-lavoro, sono stati costretti a rinunciarvi per la paura che si vive ogni giorno frequentando le stazioni e i vagoni, spesso teatro di rapine e aggressioni e ancor più spesso teatro di operazioni di spaccio o di assunzione di stupefacenti. Come sindaco, ho raccolto numerose testimonianze dirette a riguardo, da parte di genitori che hanno scelto di non mandare più i propri figli sui treni della Saronno-Seregno e di studentesse e lavoratrici che hanno deciso di non frequentare più stazioni e treni di questa linea per paura.
L'impressione, frequentando questi luoghi, è di un salto indietro nel tempo di più di trent'anni, quando nei nostri boschi e nelle zone limitrofe, erano presenti numerosi tossicodipendenti alle prese con l'eroina, che ha lasciato molti morti sul terreno e alimentato per anni la criminalità organizzata, responsabile anche di diversi efferati atti di violenza.
Ultimamente, per provare a garantire un minimo di sicurezza, anche solo psicologica, ai pochi coraggiosi rimasti ad utilizzare i treni della linea Saronno-Seregno in partenza o in arrivo nelle stazioni di Ceriano Laghetto, ed in particolare in quella della frazione Villaggio Brollo, stiamo organizzando presidi di volontari quasi quotidiani.
La situazione è ben nota alle Forze dell'ordine operanti sul territorio, alle quali va ancora una volta il nostro sincero ringraziamento per i continui sforzi profusi in una lotta che appare totalmente impari, sia per il numero di soggetti coinvolti, pochi carabinieri e pochissimi vigili per affrontare un “esercito” di spacciatori e delinquenti, sia, soprattutto, per la sproporzione tra lo sforzo e i risultati, quasi sempre vanificati da perversi meccanismi di “presunta Giustizia” che rimettono in libertà dopo poche ore anche soggetti illegalmente presenti sul territorio italiano, privi di fissa dimora e magari persino con precedenti penali specifici.
Un meccanismo che io non riesco più a spiegare ai miei cittadini e che per questo vi sarei grato se, qualche volta, poteste metterci voi la faccia e per raccontare come mai lo spacciatore arrestato al mattino, si può incontrare tranquillamente al solito posto al pomeriggio o, mal che vada, il giorno dopo. In questa situazione i cittadini stanno progressivamente perdendo la poca fiducia residua nello Stato, che viene percepito come un organismo ormai incapace di garantire quella sicurezza e quella tranquillità che ciascuno cerca nell'ambiente in cui vive.
Voglio manifestarvi con questa mia lettera la sincera preoccupazione per reazioni incontrollate ed iniziative pericolose di “Giustizia fai da te”, da parte di cittadini esasperati che sempre in più occasioni manifestano anche pubblicamente l'intenzione di intervenire in maniera violenta in caso di coinvolgimento in episodi spiacevoli. Le operazioni di Polizia fin qui condotte, pur ammirevoli e degne della massima riconoscenza, purtroppo si sono rivelate insufficienti a risolvere il problema, per affrontare il quale, è ormai evidente che servono interventi straordinari e continuativi. Occorre cioè un presidio costante e numeroso di militari per scoraggiare spacciatori e consumatori e allontanarli da queste zone. Si chiede cioè un intervento eccezionale per portata e durata, come ultimo disperato tentativo di evitare che un'ulteriore larga fetta di territorio di questo Paese finisca nelle mani dei delinquenti e che altri cittadini vengano di fatto privati della libertà di poter utilizzare liberamente i mezzi pubblici, camminare verso la stazione, passeggiare nel parco, recarsi in visita al cimitero, luoghi improvvisamente diventati ad alto rischio per l'impossibilità di allontanare soggetti pericolosi, spesso già fermati, denunciati o addirittura condannati ma ugualmente lasciati nelle condizioni di portare pericolo ad altri.
Se invece lo Stato ha deciso di cedere, di arretrare e lasciare un pezzo del proprio territorio completamente in balìa dei delinquenti, allora è opportuno che questo venga correttamente comunicato ai cittadini. Se si è deciso di “alzare bandiera bianca”, allora saranno gli stessi cittadini a comunicarlo ai delinquenti, magari applicando dei drappi bianchi agli alberi del nostro Parco delle Groane, in modo da certificare la resa di uno Stato non più in grado di affermare il diritto e garantire la sicurezza all'interno dei propri confini.
Invito ancora una volta, come già fatto in passato, a non sottovalutare i sentimenti di rabbia ed indignazione presenti in maniera crescente nei nostri cittadini di fronte ad uno Stato che non appare in grado di affrontare efficacemente un problema che esso s tesso stesso ha creato con una gestione folle del fenomeno dell'immigrazione e con meccanismi di Giustizia che appaiono iniqui e inefficaci.
Da parte mia vi informo che sarò sempre in prima linea, accanto ai miei concittadini, per ogni iniziativa che vorranno prendere, anche con manifestazioni plateali, al fine di richiamare l'attenzione dei diversi organi dello Stato nei confronti di questa situazione che sta superando i livelli di sopportabilità.
Il Sindaco di Ceriano Laghetto
Dante Cattaneo
Una lettera in cui il primo cittadino evidenzia di essere stato finora inascoltato nelle sue precedenti esortazioni e in cui afferma che, anche a causa della linea ferroviaria Saronno-Seregno, il paese ha fatto un salto indietro di trent'anni. La lettera qui di seguito in versione integrale:
Gentili signori,
scrivo questa lettera quale ulteriore appello, dopo analoghe lettere inviate tempo fa e rimaste, di fatto, inascoltate. Torno con insistenza ad informarvi e a chiedere un vostro intervento, per la situazione di grave disagio e pericolo per le persone che ormai da molti mesi permane nelle aree del Parco delle Groane a ridosso dei centri abitati.
Tali zone sono ormai diventate a totale appannaggio di spacciatori di droga e tossicodipendenti, la cui presenza non solo impedisce la normale fruizione degli splendidi ambienti del nostro patrimonio boschivo, ma crea situazioni di degrado oltre che danni notevoli sotto il profilo ambientale, peraltro in un sito di interesse comunitario (Sic) che dovrebbe godere anche della tutela dell'Unione europea, ed è oggetto di devastazioni, abbandono di rifiuto ed incendi di natura accidentale o dolosa.
Come se questo non bastasse, agli episodi di violenza nei confronti delle persone, con rapine, furti e molestie, vi sono anche danni procurati ad abitazioni e aziende della zona, oltre che con la necessità di interventi continui da parte di Forze dell'ordine. Un quadro inquietante, seppur parziale, della situazione, è stato riassunto nel reportage pubblicato sul quotidiano La Stampa del 17 aprile 2016 ripreso anche nel telegiornale di Rai 1 della sera in data 18 aprile.
La riattivazione della linea ferroviaria Saronno-Seregno, promossa a suo tempo come occasione di rilancio del trasporto pubblico anche ai fini della riduzione del traffico e dell'inquinamento ambientale, a poco più di tre anni dalla ripresa della circolazione dei treni, a mio avviso è da ritenersi un totale fallimento, soprattutto se si prova a stilare un bilancio tra i pochi benefici apportati e i molti danni da essa causati a causa dell'utilizzo dei treni da parte di delinquenti e spacciatori, che ora possono raggiungere in gran numero, comodamente e quasi sempre in maniera gratuita, evitando di pagare il biglietto, i nostri boschi da località anche piuttosto remote.
In compenso, sono davvero tanti gli studenti e i lavoratori pendolari che, se all'inizio avevano cominciato a frequentare i treni della linea riattivata per i loro spostamenti quotidiani, casa-scuola o casa-lavoro, sono stati costretti a rinunciarvi per la paura che si vive ogni giorno frequentando le stazioni e i vagoni, spesso teatro di rapine e aggressioni e ancor più spesso teatro di operazioni di spaccio o di assunzione di stupefacenti. Come sindaco, ho raccolto numerose testimonianze dirette a riguardo, da parte di genitori che hanno scelto di non mandare più i propri figli sui treni della Saronno-Seregno e di studentesse e lavoratrici che hanno deciso di non frequentare più stazioni e treni di questa linea per paura.
L'impressione, frequentando questi luoghi, è di un salto indietro nel tempo di più di trent'anni, quando nei nostri boschi e nelle zone limitrofe, erano presenti numerosi tossicodipendenti alle prese con l'eroina, che ha lasciato molti morti sul terreno e alimentato per anni la criminalità organizzata, responsabile anche di diversi efferati atti di violenza.
Ultimamente, per provare a garantire un minimo di sicurezza, anche solo psicologica, ai pochi coraggiosi rimasti ad utilizzare i treni della linea Saronno-Seregno in partenza o in arrivo nelle stazioni di Ceriano Laghetto, ed in particolare in quella della frazione Villaggio Brollo, stiamo organizzando presidi di volontari quasi quotidiani.
La situazione è ben nota alle Forze dell'ordine operanti sul territorio, alle quali va ancora una volta il nostro sincero ringraziamento per i continui sforzi profusi in una lotta che appare totalmente impari, sia per il numero di soggetti coinvolti, pochi carabinieri e pochissimi vigili per affrontare un “esercito” di spacciatori e delinquenti, sia, soprattutto, per la sproporzione tra lo sforzo e i risultati, quasi sempre vanificati da perversi meccanismi di “presunta Giustizia” che rimettono in libertà dopo poche ore anche soggetti illegalmente presenti sul territorio italiano, privi di fissa dimora e magari persino con precedenti penali specifici.
Un meccanismo che io non riesco più a spiegare ai miei cittadini e che per questo vi sarei grato se, qualche volta, poteste metterci voi la faccia e per raccontare come mai lo spacciatore arrestato al mattino, si può incontrare tranquillamente al solito posto al pomeriggio o, mal che vada, il giorno dopo. In questa situazione i cittadini stanno progressivamente perdendo la poca fiducia residua nello Stato, che viene percepito come un organismo ormai incapace di garantire quella sicurezza e quella tranquillità che ciascuno cerca nell'ambiente in cui vive.
Voglio manifestarvi con questa mia lettera la sincera preoccupazione per reazioni incontrollate ed iniziative pericolose di “Giustizia fai da te”, da parte di cittadini esasperati che sempre in più occasioni manifestano anche pubblicamente l'intenzione di intervenire in maniera violenta in caso di coinvolgimento in episodi spiacevoli. Le operazioni di Polizia fin qui condotte, pur ammirevoli e degne della massima riconoscenza, purtroppo si sono rivelate insufficienti a risolvere il problema, per affrontare il quale, è ormai evidente che servono interventi straordinari e continuativi. Occorre cioè un presidio costante e numeroso di militari per scoraggiare spacciatori e consumatori e allontanarli da queste zone. Si chiede cioè un intervento eccezionale per portata e durata, come ultimo disperato tentativo di evitare che un'ulteriore larga fetta di territorio di questo Paese finisca nelle mani dei delinquenti e che altri cittadini vengano di fatto privati della libertà di poter utilizzare liberamente i mezzi pubblici, camminare verso la stazione, passeggiare nel parco, recarsi in visita al cimitero, luoghi improvvisamente diventati ad alto rischio per l'impossibilità di allontanare soggetti pericolosi, spesso già fermati, denunciati o addirittura condannati ma ugualmente lasciati nelle condizioni di portare pericolo ad altri.
Se invece lo Stato ha deciso di cedere, di arretrare e lasciare un pezzo del proprio territorio completamente in balìa dei delinquenti, allora è opportuno che questo venga correttamente comunicato ai cittadini. Se si è deciso di “alzare bandiera bianca”, allora saranno gli stessi cittadini a comunicarlo ai delinquenti, magari applicando dei drappi bianchi agli alberi del nostro Parco delle Groane, in modo da certificare la resa di uno Stato non più in grado di affermare il diritto e garantire la sicurezza all'interno dei propri confini.
Invito ancora una volta, come già fatto in passato, a non sottovalutare i sentimenti di rabbia ed indignazione presenti in maniera crescente nei nostri cittadini di fronte ad uno Stato che non appare in grado di affrontare efficacemente un problema che esso s tesso stesso ha creato con una gestione folle del fenomeno dell'immigrazione e con meccanismi di Giustizia che appaiono iniqui e inefficaci.
Da parte mia vi informo che sarò sempre in prima linea, accanto ai miei concittadini, per ogni iniziativa che vorranno prendere, anche con manifestazioni plateali, al fine di richiamare l'attenzione dei diversi organi dello Stato nei confronti di questa situazione che sta superando i livelli di sopportabilità.
Il Sindaco di Ceriano Laghetto
Dante Cattaneo