Cerca di investire gli agenti al posto di blocco: tre mesi di indagini, quattro denunciati
LIMBIATE - Nel mese di ottobre un uomo al volante di una Opel Astra aveva cercato di investire due agenti della Polizia locale, impegnati in un posto di blocco in prossimità del Parco delle Groane, infestato da spacciatori. Dopo tre mesi di indagini e aver scoperto un imponente traffico di auto, quattro le persone denunciate.
Quattro persone denunciate dalla Polizia locale in concorso fra loro per favoreggiamento personale, una denuncia per simulazione di reato. E l'esito delle indagini iniziate nel mese di ottobre, quando un uomo forzando il posto di blocco aveva rischiato di investire due agenti, "colpevoli" di fare il loro dovere ai margini del Parco delle Groane per contrastare il fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti.
Una volta evitata l'auto che cercava di abbatterli, i due si erano messi all'inseguimento finché il conducente, sentendosi braccato, aveva preferito abbandonare il veicolo per continuare la sua fuga a piedi all'interno dei boschi.
Una volta evitata l'auto che cercava di abbatterli, i due si erano messi all'inseguimento finché il conducente, sentendosi braccato, aveva preferito abbandonare il veicolo per continuare la sua fuga a piedi all'interno dei boschi.
Partendo proprio da lì, da quella Opel Astra abbandonata, è iniziata tutta l'attività di indagine che ha portato alla luce una situazione davvero complicata e inaspettata.
L'intestatario dell'auto, un uomo di 35 anni originario di Bari ma residente in provincia di Monza, imprenditore nel settore della compravendita online di vetture, interrogato dagli agenti ha negato di essere il proprietario della Opel Astra aggiungendo, a sua discolpa, di essere vittima di un raggiro. A riprova di quanto sostenuto, ha esibito denunce presentate al Commissariato di Polizia di Monza dopo aver scoperto di essere inconsapevolmente "proprietario" di più di 80 veicoli.Le sue dichiarazioni, però, non hanno convinto gli agenti. Anche perché erano in contrasto con quanto riferito dal penultimo proprietario della Opel, un sessantenne della zona, considerato attendibile dalla Polizia giudiziaria. Quest'ultimo, infatti, fornendo indicazioni e dettagli, oltre a confermare il coinvolgimento del commerciante d'auto barese, ha consentito di allargare il cerchio delle indagini arrivando a un'agenzia di pratiche auto di Milano, dove il protagonista della vicenda aveva proceduto alla compravendita di decine di autovetture e, nei cui paraggi, aveva risieduto in passato.
Ormai certi di avere incastrato il proprietario, gli agenti si sono però subito accorti che la soluzione del problema, in realtà, era ancora lontana. Come in un gioco a incastri è emerso un sistema studiato ad arte per eludere controlli e impedire di risalire alle persone che acquistano e vendono autovetture. Nonostante le decine di operazioni compiute dal broker presso l'agenzia ubicata in zona Niguarda, infatti, i titolari di questa hanno dichiarato di non essere certi della sua identità in quanto non ha mai esibito un documento di identità originale. Pertanto non potevano garantire che si trattasse effettivamente di lui.
Dichiarazioni imprecise e contraddittorie, pagamenti rigorosamente in contanti e documenti sempre in fotocopia: è quanto emerge dalla compravendita di centinaia di veicoli. Mezze verità e procedure opache che hanno convinto gli uomini del Comandante Aurelio Giannini di essere di fronte a una strategia costruita a tavolino per nascondere le responsabilità e rendere ancora più nebulosa la storia.
Pur non riuscendo a identificare l'uomo che aveva forzato il posto di blocco, la Polizia locale al termine delle indagini ha denunciato tutti i protagonisti della vicenda, ritenuti responsabili in concorso fra loro del reato di favoreggiamento personale. Per il commerciante barese, che aveva presentato le denunce al Commissariato di Polizia, si è aggiunta anche la contestazione di simulazione di reato.