Limbiate, omicidio della mamma: almeno 10 coltellate, poi le ha dato fuoco
LIMBIATE - Interrogato dal Pm Marcello Tatangelo, Alessandro Magni è ora nel carcere di San Vittore. Secondo gli inquirenti l'uomo, 46 anni, avrebbe dato almeno dieci coltellate all'anziana mamma prima di darle fuoco. Intossicato, lui era stato portato all'ospedale di Garbagnate Milanese.
All'indomani dell'omicidio di Rosanna Bezzi, avvenuto al quarto piano di una palazzina di via Piave, emergono nuovi dettagli sul gesto compiuto dal figlio Alessandro Magni e sul rapporto tra i due.
Ne nasce un quadro di una situazione spesso conflittuale con la mamma, come spesso accade in tutte le famiglie, preoccupata per la situazione del figlio: 46 anni, ma senza lavoro e già stato in cura in passato per problemi psichici. La donna, dal canto suo, iniziava a sentire anche il peso dei suoi 82 anni, tanto da decidere nel febbraio di quest'anno, di lasciare l'abitazione milanese per arrivare qui in città dove già risiede la figlia. Un modo per tenere la famiglia più unita, poter essere un po' seguita anche lei in caso di necessità e dare un po' più di protezione al figlio anche per il futuro.
I due, però, in questi mesi hanno vissuto poco la realtà cittadina. Non si sono mai integrati. E non erano rari i casi di litigio: ai vicini è capitato spesso di sentire urla nell'abitazione.
Mercoledì sera, verso le 23, la tragedia. Presumibilmente preceduta da una lite, ma i vicini stavolta non hanno sentito animate discussioni. Solo rumori. La donna, secondo gli inquirenti, è stata raggiunta da almeno dieci coltellate al petto. Non è stata trovata nel letto, come era emerso in un primo momento, ma a terra. Il figlio dopo averla ripetutamente colpita con il coltello preso in cucina, l'ha cosparsa di alcol e le ha dato fuoco.
Non c'è stato quindi l'incendio dell'abitazione. Le fiamme sul corpo della madre si sono spente velocemente. Tanto però il fumo nell'abitazione, quello avvertito dai vicini che hanno dato poi l'allarme.
Quando sono entrati nella palazzina, i Carabinieri si sono trovati davanti a una scena raccapricciante. Lei a terra, lui era sul pianerottolo. Non era uscito per fuggire. Era lì immobile, in stato confusionale, anche un po' intossicato. Tanto che è stato disposto il suo trasporto all'ospedale di Garbagnate Milanese, dov'è stato comunque presto dimesso.
L'uomo ieri è stato interrogato dal Pm milanese Marcello Tatangelo, ora è nel carcere di San Vittore.
Ne nasce un quadro di una situazione spesso conflittuale con la mamma, come spesso accade in tutte le famiglie, preoccupata per la situazione del figlio: 46 anni, ma senza lavoro e già stato in cura in passato per problemi psichici. La donna, dal canto suo, iniziava a sentire anche il peso dei suoi 82 anni, tanto da decidere nel febbraio di quest'anno, di lasciare l'abitazione milanese per arrivare qui in città dove già risiede la figlia. Un modo per tenere la famiglia più unita, poter essere un po' seguita anche lei in caso di necessità e dare un po' più di protezione al figlio anche per il futuro.
I due, però, in questi mesi hanno vissuto poco la realtà cittadina. Non si sono mai integrati. E non erano rari i casi di litigio: ai vicini è capitato spesso di sentire urla nell'abitazione.
Mercoledì sera, verso le 23, la tragedia. Presumibilmente preceduta da una lite, ma i vicini stavolta non hanno sentito animate discussioni. Solo rumori. La donna, secondo gli inquirenti, è stata raggiunta da almeno dieci coltellate al petto. Non è stata trovata nel letto, come era emerso in un primo momento, ma a terra. Il figlio dopo averla ripetutamente colpita con il coltello preso in cucina, l'ha cosparsa di alcol e le ha dato fuoco.
Non c'è stato quindi l'incendio dell'abitazione. Le fiamme sul corpo della madre si sono spente velocemente. Tanto però il fumo nell'abitazione, quello avvertito dai vicini che hanno dato poi l'allarme.
Quando sono entrati nella palazzina, i Carabinieri si sono trovati davanti a una scena raccapricciante. Lei a terra, lui era sul pianerottolo. Non era uscito per fuggire. Era lì immobile, in stato confusionale, anche un po' intossicato. Tanto che è stato disposto il suo trasporto all'ospedale di Garbagnate Milanese, dov'è stato comunque presto dimesso.
L'uomo ieri è stato interrogato dal Pm milanese Marcello Tatangelo, ora è nel carcere di San Vittore.