Romeo: "Amministrare vuol dire avere umiltà, coraggio e determinazione"

LIMBIATE - Non è mancata l'emozione durante il discorso di insediamento del sindaco Antonio Romeo. Il primo cittadino, però, mettendo da parte il programma elettorale, ha annunciato cinque anni che mettono l'uomo al centro dell'azione amministrativa e ha chiesto la collaborazione di tutti per risollevare la città

"Il sindaco non è il migliore, così come non lo sono i miei assessori. Questa amministrazione non sarà perfetta, ma sarà certamente capace di concretezza, di disponibilità di dialogo, di umiltà. E sarà capace di accogliere i suggerimenti e le critiche necessarie per arricchire il nostro lavoro. Amministrare vuol dire avere umiltà, coraggio e determinazione e vuol dire anche assumersi totalmente gli onori e gli oneri che questo comporta. Non entro nel merito di scelte fatte nel passato, questo lo dimostrerà solo il tempo. Però vi dico che ho il coraggio delle mie azioni e di questo sono fiero". Si è presentato così Antonio Romeo ai suoi cittadini nella prima seduta di Consiglio comunale.

Difficile chiamarlo neo sindaco, visto che prima dell'intermezzo dell'amministrazione De Luca lo è stato per dieci anni. Ma anche lui, come se si trattasse il primo giorno di scuola, nonostante tutto è riuscito a emozionarsi mentre parlava al microfono.

Nel suo discorso di insediamento non ha voluto parlare del programma elettorale, ma ha voluto puntare l'attenzione sull'atteggiamento. Promettendo  l'ascolto dei cittadini, soprattutto di quelli che vivono situazioni di fatica dovute alla mancanza di lavoro o alla malattia ("A tutti loro va la vicinanza del sindaco e l'abbraccio del cittadino Antonio Romeo").

Ha sottolineato l'aspetto umano ("Mi conoscete. Conoscete le mie capacità, la mia determinazione, la mia esperienza e il desiderio mai sopito di lavorare per il bene del luogo dove abitiamo. Conoscete anche i miei difetti e i miei limiti umani sui quali fin d’ora chiedo la vostra comprensione") e sull'affetto mai sopito nei confronti della città che conta di "rimettere in piedi" con la collaborazione di tutti.

Poi una mano tesa all'opposizione: "A coloro che sono stati miei competitori in questa campagna elettorale, con umiltà e fermezza, voglio ricordare che è finito il tempo della politica della contrapposizione. E’ finito il tempo della denigrazione dell’avversario ed è finito il tempo della politica usata per le proprie ambizioni personali. Il responso delle urne ha certificato la necessità di una nuova costruzione fatta da persone libere e appassionate al proprio destino e al destino dei nostri giovani, delle nostre famiglie, dei nostri anziani, stabilendo in modo netto, chi ha la responsabilità di governare e chi avrà il compito di controllare e vigilare con senso critico e costruttivo l’operato della mia amministrazione".

Infine ha tracciato la rotta, indicando che fin dal 5 giugno si è iniziato dalle piccole cose necessarie per la vita di tutti i giorni, a partire dal decoro della città, dalla pulizia, dalla sistemazione dei parchi. "Abbiamo iniziato a progettare alcuni interventi che vedranno la luce nei prossimi mesi. Lo stiamo facendo senza lamentarci di quello che abbiamo trovato, sappiamo che c’è molto lavoro da fare e molto tempo da recuperare.  Non avrò difficoltà a riconoscere e a valorizzare ciò che di buono è stato realizzato da chi mi ha preceduto, così come, senza tentennamenti, correggerò errori e revocherò atti e provvedimenti che non prevedano l’esclusivo interesse dei cittadini di Limbiate. Vogliamo essere l’amministrazione della concretezza che entra nel merito dei problemi della città con un’attenzione particolare per quegli ambiti che, pur non di piena competenza del Comune, vanno oggi sostenuti per reggere alla crisi economica: il lavoro, la famiglia, l’educazione, l’impresa. Per questo ascolteremo e collaboreremo con le associazioni sociali, sportive, imprenditoriali e sindacali, nella ricerca di idee e soluzioni, che siano le migliori possibili per costruire una dimensione più vivibile e un tessuto sociale più ricco, aumentando il senso di appartenenza e la coesione sociale".