Gli emigrati superano i nuovi arrivati: se ne vanno anche gli stranieri
LISSONE - Nei giorni scorsi Roberto Beretta, assessore ai Servizi demografici, ha diffuso i dati relativi all'annuario della popolazione cittadina. Numeri che indicano ancora una lieve crescita della popolazione, ma anche una singolarità: per la prima volta, a partire dal 1994, la quantità delle partenze è superiore agli immigrati.
Popolazione pressoché invariata rispetto all’anno precedente, con un flusso migratorio negativo per la prima volta da vent’anni ad oggi. Crescono ancora i matrimoni civili, il numero di nati rimane stabile con un apporto sempre più consistente da parte delle famiglie straniere. L’età media dei lissonesi è di 42,31 anni (41,12 per i maschi, 43,46 per le donne), che si abbassa a “soli” 30,9 anni con riferimento unicamente alla popolazione di origine straniera i cui uomini hanno un’età media pari a 29,3 anni.
Anche per Lissone è arrivato il momento di tirare le somme e la città lo fa con il consueto annuario statistico dei Servizi demografici, un documento che contiene e riassume tutti i dati relativi alla popolazione del nostro Comune redatto grazie al lavoro del Settore servizi demografici.
Il primo elemento che emerge dalle statistiche riguarda il numero complessivo della popolazione lissonese, rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2014: 44.923 abitanti (di cui 4.948 residenti nella frazione di Santa Margherita e 1.573 residenti in frazione Bareggia) a fronte dei 44.870 dell’anno precedente.
Un dato interessante se si considera che il concetto di “crescita sostenibile” – se non quello di “decrescita” – viene sempre più spesso considerato fondamentale per garantire standard di vita qualitativamente migliori.
La cifra dei nuovi nati in città è ormai da alcuni anni stabilizzata e fa sì che Lissone resti una città relativamente "giovane", pur all'interno del nazionale e continentale fenomeno d'invecchiamento generale. Su un totale di 490 nati, la percentuale di bimbi stranieri si attesta attorno al 15% (71, di cui 36 maschi e 35 femmine).
Nel 2015 si è registrata la flessione del movimento migratorio: 1736 immigrati, 1767 emigrati; per la prima volta dopo 21 anni, il saldo migratorio è negativo: nel 2014 si attestava a un +378, nel 2010 era +934. L’immigrazione proviene principalmente dalla provincia di Monza e Brianza (30,36%) o da Milano e altri Comuni italiani (33,87%), mentre dall’estero proviene l’11,29% degli immigrati.
Gli stranieri residenti a Lissone provengono principalmente dall’Unione Europea (con Romania e Bulgaria in testa, seguite da Polonia, Francia Spagna e Germania) e da vari paesi del Continente africano – in particolare Marocco ed Egitto. Fra i residenti provenienti dai paesi extra Unione Europea, la maggioranza arriva da Albania e Ucraina, mentre sostanzialmente uguali, dal punto di vista numerico, sono i cittadini provenienti dal continente americano (in primis Ecuador e Perù) e dall’Asia (soprattutto Pakistan, Sri Lanka e Cina).
Per quanto riguarda l’emigrazione, invece, la maggioranza (60,3%) dei lissonesi è residente nei paesi dell'UE (soprattutto Francia, Germania e Regno Unito) e il 24,8% in America (la maggioranza in Argentina e Stati Uniti). Tra le persone trasferite nei Paesi Extra-UE la quasi totalità è residente in Svizzera.
Il 71,2% dei lissonesi è nato in Lombardia, mentre il 9,1% è nato all'estero, seguito da un 5% circa nato in Sicilia. La porzione dei cittadini non residenti a Lissone dalla nascita rappresenta quasi due terzi della popolazione (61,7%): il 77% dei lissonesi proviene dalla Lombardia, mentre il 7% giunge dall'estero, seguito da un 4% proveniente dalla Sicilia.
La quota di nuclei familiari composta da un solo componente aumenta negli anni fino ad arrivare al 33,1% nel 2015, mentre le famiglie molto numerose sono ancora in crescendo: 10 i nuclei composti da più di 9 persone. Tra i nuclei monofamiliari (6.542, il 32,2% dei nuclei familiari lissonesi) si registra una maggioranza di soggetti non sposati (quasi il 46%) e una quota rilevante di vedovi (26%), soprattutto tra le donne (tra i vedovi l'85,4% è donna).
A fronte di un numero sempre notevole di “single”, nel 2015 i matrimoni sono stati 132, in linea col numero medio registrato negli ultimi anni (eccezion fatta per il valore rilevato nel 2014 quando erano stati 228). Nel 21,2% delle coppie sposate nel 2015, almeno uno dei due partner è straniero. Netta prevalenza dei matrimoni celebrati con rito civile (solo il 2,7% di matrimoni civili nel 1971 contro il 56% nel 2015), mentre i matrimoni celebrati con rito religioso sono più che dimezzati rispetto al 2014 (58 contro 140). Il 62% delle unioni celebrate civilmente riguarda coppie italiane.
“L’annuario statistico dei Servizi demografici fornisce la fotografia di una città che cresce solo in modo diverso - afferma l’assessore ai Servizi demografici Roberto Beretta - quest'anno, per la prima volta da un ventennio, si registra non solo un livellamento della popolazione in numero assoluto, ma anche una flessione del movimento migratorio con un segno meno che non si registrava dal 1994”.