Il canone concordato piace: 52 casi in più nell'ultimo anno
LISSONE - E' una formula che garantisce sia il proprietario dell'immobile sia l'inquilino, a un prezzo più calmierato rispetto a quello di mercato ma offrendo agevolazioni a chi mette a disposizione l'appartamento sfitto: il canone concordato in città piace sempre di più e registra un aumento di casi notevole nell'ultimo anno.
Una formula che piace agli inquilini ma anche a chi ha un immobile vuoto e fa fatica ad affittarlo a terzi: il canone concordato raccoglie ampi consensi. E a Lissone, nell'ultimo anno, si è registrato un vero e proprio boom. Dai 21 casi del 2014, infatti, si è passati a 73.
Si amplia dunque l'interesse suscitato presso i cittadini, che siano proprietari oppure affittuari, per l'intesa sottoscritta il 10 luglio 2014 tra l'Amministrazione locale, le Associazioni sindacali degli inquilini (Sunia-Cgil, Sicet-Cisl, Uniat-Uil) e quelle della proprietà edilizia (Asppi, Unioncasa, Uppi). Le adesioni più che triplicate in un anno indicano che gli obiettivi dell'accordo - incentivare la messa a reddito dei molti alloggi sfitti di Lissone, evitare il degrado del patrimonio immobiliare in disuso, calmierare i prezzi dei canoni di locazione e contribuire ad eliminare gli affitti in nero - sono stati condivisi e hanno trovato un concreto incentivo per la realizzazione.
Il canone concordato presenta infatti alcuni vantaggi: viene fissato per 5 anni, invece degli 8 del mercato libero, e prevede il pagamento dell'aliquota Imu in misura ridotta del 25% (per l'anno 2015 si è passati dallo 0,93% allo 0,7%, cui nel 2016 si aggiungerà un'ulteriore detrazione del 25%, stabilita dalla legge per gli affitti a canone concordato).
Il successo dell'iniziativa è stato possibile anche grazie alla disponibilità degli uffici comunali lissonesi, che hanno reso visibile questa facilitazione per le politiche abitative utile sia a prevenire situazioni di disagio generate da sfratti o disoccupazione, sia a sostenere i possessori di case penalizzati dalla crisi. L'opera di mediazione e regolazione del mercato ( la diffusione dei canoni concordati contribuisce infatti alla complessiva riduzione degli affitti sul territorio) svolta dall'Ente pubblico ha fatto in modo che crescesse l'offerta di immobili sfitti a beneficio di chi era rimasto senza il bene primario dell'alloggio, così come ha assicurato ai proprietari una rendita calmierata ma garantita da un contratto regolare, favorendo la diffusione della legalità e dell'equità sociale.
L'Unità Entrate e Catasto ne ha inoltre approfittato per effettuare una verifica incrociata delle dichiarazioni presentate ai fini Imu e in 19 casi ha provveduto a segnalare al contribuente che il contratto stipulato a canone concordato risultava erroneamente registrato presso l'Agenzia delle Entrate come locazione ordinaria, fornendo pertanto un servizio di consulenza fiscale ed evitando così che il cittadino possa ricevere in futuro un accertamento tributario dalla stessa Agenzia.