Il Comune "fotografa" le donne: età media, matrimonio, fecondità, tutto più in là negli anni
LISSONE - Un'approfondita indagine sull'universo femminile presente in città. Non fine a se stessa, bensì spunto di riflessioni che l'assessore Roberto Beretta suggerisce sia a livello sociale sia dal punto di vista amministrativo. Davvero interessante il lavoro svolto dai Servizi demografici con la collaborazione di una consulente esterna
"Ci si sposa più tardi, si hanno figli a età più avanzata, per fortuna si muore anche sempre più in là negli anni. Sono cose che sappiamo e, tuttavia, qualche dato più approfondito è ancora capace di sorprenderci". Così l'assessore Roberto Beretta, che tra le sue deleghe ha anche quella ai Servizi demografici, introduce il lavoro "Numeri al femminile" realizzato dalla struttura comunale di Lissone con l'aiuto di una consulente esterna specializzata in statistica. Una fotografia dell'universo rosa cittadino che fornisce dati decisamente approfonditi e interessanti.
"L'interesse - commenta Beretta - è molto puntato sul 'ritardo', sullo spostamento di tutto in là negli anni, dall'età media, alla nuzialità, alla fecondità. Numeri che non si possono leggere e rimettere nel cassetto. Lo studio impone una riflessione, a livello sociale ma anche amministrativo. Questi 'ritardi' possono indicare di volta in volta una scelta oppure un disagio, una libertà o una mancanza di alternative".
In estrema sintesi, per la prima volta la città scopre di avere le fasce femminili più numerose tra i 40 e i 49 anni e 50-59 anni, mentre quest'ultima negli anni precedenti era sopravanzata dalla fascia 30-39. Le donne inoltre vivono più degli uomini, dunque la loro età media risulta maggiore di quella degli uomini. Questo succede sia tra le italiane che tra le straniere.
"L'interesse - commenta Beretta - è molto puntato sul 'ritardo', sullo spostamento di tutto in là negli anni, dall'età media, alla nuzialità, alla fecondità. Numeri che non si possono leggere e rimettere nel cassetto. Lo studio impone una riflessione, a livello sociale ma anche amministrativo. Questi 'ritardi' possono indicare di volta in volta una scelta oppure un disagio, una libertà o una mancanza di alternative".
In estrema sintesi, per la prima volta la città scopre di avere le fasce femminili più numerose tra i 40 e i 49 anni e 50-59 anni, mentre quest'ultima negli anni precedenti era sopravanzata dalla fascia 30-39. Le donne inoltre vivono più degli uomini, dunque la loro età media risulta maggiore di quella degli uomini. Questo succede sia tra le italiane che tra le straniere.
Per quanto concerne la nuzialità, per le donne italiane si è assistito ad un innalzamento dell’età media del matrimonio a 33 anni; ciò è spiegato in parte dal fenomeno delle convivenze, in parte dal fatto che i giovani d’oggi permangono sempre più tempo in famiglia a causa del prolungamento del percorso di formazione scolastica.
Confrontando i dati si nota, invece, come la maggioranza delle straniere si sposa nella fascia d’età più giovane, tra i 18 e i 24 anni, (47,9% contro al 9,1% delle italiane). Un dato rilevante è rappresentato dalla tendenza in costante rialzo di donne straniere che contraggono matrimonio oltre i 50 anni: la percentuale nel 2015 è superiore al 9%.
Per quanto riguarda i dati sulla fecondità, è interessante notare come, considerando i soli primogeniti, a fronte di 10 bambini nati da donne con meno di 24 anni, oggi ben 19 hanno madri ultraquarantenni. Un elemento, questo, in netta contrapposizione rispetto alle donne straniere che, invece, hanno figli in età più giovane tra i 18 e i 24 anni (26% rispetto al 3,9% delle donne italiane) e nella fascia compresa tra i 25 e 29 anni (35,8% per le donne straniere e 21% per quelle italiane).
Il numero medio di figli per la popolazione femminile italiana nel 2015 è di 1,47 ; il numero medio di figli per le straniere (2,44) è sempre più alto di quello registrato per le italiane.