Al MiMuMo in scena l’arte “culinaria” di Mattia Rinaldi
MONZA - L'arte sperimentale e intimistica di Mattia Rinaldi, classe 1989, in mostra da quest'oggi fino al 16 marzo al MiMuMo, il Micromuseo Monza situato nella storica Casa della luna a pochi metri dalle guglie del Duomo. In mostra la sua opera intitolata “Anti-reality Mask”.
Al MiMuMo approda l’arte sperimentale ed intimistica di Mattia Rinaldi. Da oggi, giovedì 3, fino al 16 marzo il museo più piccolo del mondo ospiterà le creazioni del monzese Mattia Rinaldi. Una formazione da autodidatta, sollecitata soprattutto dalla grande curiosità e dalla volontà di sperimentare quello offre il mondo.
Questo è ciò che traspare nell’arte di Mattia Rinaldi, classe 1989, che trascorre la sua adolescenza tra film, libri e videogames abbandonando appena quindicenne la scuola e sbarcando il lunario con svariati lavori. Un’arte che parte dalla volontà del giovane di scoprire se stesso, il mondo, culture e popoli diversi, lasciando quella provincia troppo stretta spinto dall’incolmabile volontà di viaggiare e di apprendere sul campo.
Per l’allestimento al MiMuMo Rinaldi presenta la sua opera intitolata “Anti-reality Mask” un manichino con una maschera antigas e una grossa confezione di crema alla nocciola spalmabile. Partendo dal pensiero del filosofo tedesco Feuerbach che affermava “Siamo ciò che mangiamo”. E a due secoli di distanza da quell’affermazione il giovane artista brianzolo l’ha così interpretata ponendosi nuovamente la domanda: il cibo può influenzare la mente e in che modo.
Questo è ciò che traspare nell’arte di Mattia Rinaldi, classe 1989, che trascorre la sua adolescenza tra film, libri e videogames abbandonando appena quindicenne la scuola e sbarcando il lunario con svariati lavori. Un’arte che parte dalla volontà del giovane di scoprire se stesso, il mondo, culture e popoli diversi, lasciando quella provincia troppo stretta spinto dall’incolmabile volontà di viaggiare e di apprendere sul campo.
Per l’allestimento al MiMuMo Rinaldi presenta la sua opera intitolata “Anti-reality Mask” un manichino con una maschera antigas e una grossa confezione di crema alla nocciola spalmabile. Partendo dal pensiero del filosofo tedesco Feuerbach che affermava “Siamo ciò che mangiamo”. E a due secoli di distanza da quell’affermazione il giovane artista brianzolo l’ha così interpretata ponendosi nuovamente la domanda: il cibo può influenzare la mente e in che modo.
Un allestimento da ammirare e sul quale meditare. Un’opera che sarà protagonista della scena del Museo più piccolo del mondo, grande poco più di 2 metri quadrati. Un museo allestito sotto le guglie del Duomo, a piano terra della storica Casa della Luna, una delle abitazioni più antiche della città. Un’opera in vetrina e che si può osservare anche quando la mattina presto si va al lavoro o la sera dopo il drink con gli amici si torna a casa.