Asst di Monza: un gruppo di mutuo aiuto per le donne colpite da ictus

MONZA - Un nuovo servizio da parte della Asst di Monza. Nasce un gruppo di mutuo aiuto per le donne colpite da ictus. Fa riferimento all’Unità operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione del san Gerardo ed è organizzato in collaborazione con l'Associazione Alice Monza

Gli obiettivi sono due: fornire un servizio rivolto a tutte le persone che si trovano ad affrontare l’ictus cerebrale e creare uno spazio per permettere loro di condividere esperienze e vissuti. Da questa idea nasce il “Gruppo di auto mutuo aiuto per donne colpite da ictus”, un’iniziativa che fa capo all’Unità operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione della ASST di Monza, Ospedale San Gerardo, con il sostegno dell’associazione ALICE Monza (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale).

“L’ictus rappresenta la prima causa di disabilità dell’adulto – sottolinea Donatella Bonaiuti, direttore dell’Unità operativa - determinando ad un anno dall’evento una disabilità da lieve a grave in un’alta percentuale di pazienti. Al rientro a casa spesso ci si sente soli ad affrontare difficoltà nuove e apparentemente insormontabili, sia nella gestione delle semplici attività della vita quotidiana e nella ripresa della vita lavorativa, sia nel reinserimento all’interno delle attività sociali e delle relazioni. Una volta terminata la fase di riabilitazione intensiva, dal momento della dimissione ospedaliera e durante il lungo percorso della riabilitazione, spesso i pazienti esprimono il desiderio di poter trovare spazi di condivisione dove potersi incontrare con altre persone che stanno affrontando esperienze simili, che hanno in comune l’entusiasmo e la gioia di recuperare i propri spazi nel rientro a casa e nella ripresa a lungo termine delle loro attività di vita quotidiana, famigliare, sociale e lavorativa e le fatiche che spesso questo cammino può presentare”. 

Per partecipare al gruppo non servono doti speciali, solo il desiderio di mettersi in relazione con altre persone che condividono una stessa condizione con lo scopo di creare relazioni di confronto, condivisione e anche di aiuto e sostegno reciproco. L’adesione al gruppo è libera e gratuita, nell’attento rispetto della riservatezza dei singoli partecipanti. La partecipazione è aperta a tutti, in qualsiasi fase di malattia, sia che siano passati anni sia che siano passati pochi mesi, l’esperienza di ciascuno è una preziosa risorsa. Per chi si trova all’inizio del suo percorso di malattia, può essere di sostegno e aiuto vedere e ascoltare le esperienze di chi “ce l’ha fatta” e nel corso degli anni ha sviluppato competenze che possono essere condivise. Per chi è tanti anni che convive con questa sofferenza, trovare un luogo di condivisione in cui sentirsi di aiuto e sostegno, può far sentire bene. 

Nello specifico il gruppo attivato all’interno dell’ospedale San Gerardo si rivolge alle donne colpite da ictus, per le quali la condizione di essere affette da una patologia invalidante può avere significati peculiari, avendo ricadute in tutti i settori della vita e provocando spesso un forte cambiamento nel loro ruolo di donne, di mamme o di mogli. Relazionarsi e confrontarsi permette di capire come altre donne stanno vivendo ed affrontando le molte problematiche che accompagnano questa condizione, ma soprattutto permette di riscoprire la proprie risorse che vengono messe in campo e valorizzate nell’aiuto alle altre partecipanti. 

“La risposta a questa prima iniziativa – continua Donatella Bonaiuti - è stata accolta con entusiasmo dalle partecipanti, che una volta al mese si ritrovano in gruppo, facilitate dalla presenza di un’assistenza psicologica e neuropsicologica. I temi affrontati durante gli incontri sono molteplici: dal racconto della propria storia di vita alla condivisione delle conquiste personali nella personale storia di malattia, alle difficoltà di vivere una disabilità nella società attuale dove spesso purtroppo ancora si incontrano numerose barriere. Nessuna è obbligata a raccontare qualcosa, non esistono forzature; ognuna è libera di parlare o di ascoltare, nel pieno rispetto della riservatezza, e quello che viene detto nel gruppo rimane nel gruppo. Parlando con queste donne e chiedendo loro motivazioni e impressioni a caldo rispetto alla decisione di partecipare al progetto, si raccoglie una prima impressione positiva ed emerge il sollievo di avere finalmente uno spazio dove poter affrontare argomenti per cui spesso non c’è occasione di parlare”.

“Dopo questa prima proposta – aggiunge Matteo Stocco, direttore generale della ASST di Monza – l’auspicio è quello di poter ampliare l’offerta organizzando gruppi rivolti anche ad altri pazienti e ai famigliari dei pazienti stessi, coinvolti in prima persona nel grande cambiamento a livello famigliare che accompagna l’ictus e la malattia in generale”. 


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