Aumentano le lavoratrici: adesso è la donna a portare a casa la pagnotta
MONZA - Tra il 2008 e i 2015, mentre si è ridotta l'occupazione maschile, è aumentato il numero di donne che lavorano. Lo rileva uno studio condotto dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere.
Una volta c’era il papà che la mattina usciva presto e la sera rientrava tardi per portare a casa la pagnotta. Oggi non è più così. Vuoi la crisi, vuoi la pensione posticipata fatto sta che è in aumento il numero delle donne ad essere diventate l’unica fonte di sostentamento per le famiglie. Oggi il 12,9 per cento delle famiglie italiane ha come unico reddito quello generato dal lavoro della donna, con un dato in aumento rispetto al 9,6 per cento del 2008. Questo quanto emerge dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia” stilata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere.
Dati Istat alla mano tra il 2008 e il 2015 l’occupazione maschile si è ridotta del 5,3 per cento, mentre quella femminile è aumentata del 1,2 per cento. Crescono anche le imprese in rosa, create dalle donne con un +0,4 per cento, imprese che rappresentano il 22,4 per cento del totale nazionale.
Il settore più rosa è quello dell’agricoltura dove le aziende femminili rappresentano il 29 per cento del totale, seguono i servizi (25,8 per cento), e l’industria (10,4 per cento). Poi ci sono quei settori tipicamente appannaggio delle donne con oltre la metà delle attività gestite dal gentil sesso (lavanderie, parrucchieri, estetiste, benessere).
"Le donne rappresentano un patrimonio unico di competenze che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso il lavoro e l’impresa – commenta Mina Pirovano, presidente del coordinamento regionale dei Comitati per l’imprenditoria femminile lombardi e del Comitato della Camera di Commercio di Monza e Brianza - Le donne stanno imparando a 'giocare a calcio', a fare squadra, a connettersi, a fare rete in contesti in cui si possono esprimere attraverso il lavoro, senza dover rinunciare al proprio ruolo nella vita familiare. Ci vuole un impegno corale e sinergico di tutte le parti in causa per combattere gli stereotipi e promuovere una cultura che rafforzi il ruolo attivo della donna nell’impresa e nel lavoro. Rimane ancora molto da fare sul tema della conciliazione. A questo proposito l’introduzione di forme innovative come lo smart working, che concede più elasticità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare nello svolgimento del proprio lavoro, potrebbe certamente favorire un migliore equilibrio tra le attività professionali e quelle famigliari".
Dati Istat alla mano tra il 2008 e il 2015 l’occupazione maschile si è ridotta del 5,3 per cento, mentre quella femminile è aumentata del 1,2 per cento. Crescono anche le imprese in rosa, create dalle donne con un +0,4 per cento, imprese che rappresentano il 22,4 per cento del totale nazionale.
Il settore più rosa è quello dell’agricoltura dove le aziende femminili rappresentano il 29 per cento del totale, seguono i servizi (25,8 per cento), e l’industria (10,4 per cento). Poi ci sono quei settori tipicamente appannaggio delle donne con oltre la metà delle attività gestite dal gentil sesso (lavanderie, parrucchieri, estetiste, benessere).
"Le donne rappresentano un patrimonio unico di competenze che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso il lavoro e l’impresa – commenta Mina Pirovano, presidente del coordinamento regionale dei Comitati per l’imprenditoria femminile lombardi e del Comitato della Camera di Commercio di Monza e Brianza - Le donne stanno imparando a 'giocare a calcio', a fare squadra, a connettersi, a fare rete in contesti in cui si possono esprimere attraverso il lavoro, senza dover rinunciare al proprio ruolo nella vita familiare. Ci vuole un impegno corale e sinergico di tutte le parti in causa per combattere gli stereotipi e promuovere una cultura che rafforzi il ruolo attivo della donna nell’impresa e nel lavoro. Rimane ancora molto da fare sul tema della conciliazione. A questo proposito l’introduzione di forme innovative come lo smart working, che concede più elasticità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare nello svolgimento del proprio lavoro, potrebbe certamente favorire un migliore equilibrio tra le attività professionali e quelle famigliari".