CambiaMonza solleva dubbi: ma la metropolitana arriva?

MONZA - E' uno degli argomenti che tengono banco in campagna elettorale: la metropolitana. Ma mentre qualche candidato la dà già per fatta, CambiaMonza solleva non pochi dubbi riguardo all'arrivo della linea M5 in città

Ma la metropolitana a Monza serve oppure no? E soprattutto è davvero urgente? A lanciare la domanda provocatoria è il gruppo CambiaMonza associazione formata da monzesi  che amano la loro città e si mettono in gioco per rinnovarla.

La provocazione arriva attraverso la rete. Nei giorni scorsi il gruppo ha postato sul profilo facebook una provocatoria riflessione su un tema tanto caro soprattutto in campagna elettorale: portare la metropolitana in città. Il sindaco uscente Roberto Scanagatti la dà già per certa, come recitano i suoi cartelloni elettorali  “Monza ci siamo, la metrò è in arrivo”.

Ma sulla questione il gruppo avanza alcune riflessioni. “La metropolitana da Bignami fino a Monza Villa Reale: tutti i politici a parole dicono che è urgente ma nei fatti la cosa si trascina con molta malavoglia – scrivono – Mentre il sindaco Scanagatti proclama l’inizio dei lavori nel 2019 da ormai due anni si aspetta lo studio di fattibilità che è il primissimo passo”.

Uno studio, peraltro, recentemente finanziato dai Comuni di Monza, Milano e dalla Regione Lombardia e che è in fase di realizzazione. Un progetto sul cui percorso sono in ballo diversi fattori: primis la scelta di un tracciato che nel corso del tempo potrà auto mantenersi. Insomma stop a fermate fantasma comode solo ad alcuni rioni. Lo ha spiegato chiaramente nei mesi scorsi l’assessore alla viabilità Paolo Confalonieri durante un incontro nel quartiere San Fruttuoso dove i residenti hanno sostenuto l’utilità di far passare la metropolitana  dal rione.

Ma CambiaMonza va oltre. “Il presidente della Regione Maroni quando è venuto a Monza ha promesso il metrò – proseguono nel post – ma poi in altre sedi continua a ripetere che la cosa importante è il prolungamento della M5 da San Siro a Settimo Milanese , cioè dalla parte opposta”.

Qui il dilemma: allungare la M5 ma da che parte? Ci riflettono i componenti dell’associazione. “Di là ci sono enormi aree pronte per essere edificate che sembrano interessare di più delle migliaia di pendolari che vivono a Monza, Lissone e nei comuni limitrofi”, scrivono ancora.

Pendolari che  per raggiungere la metropoli devono utilizzare gli autobus (che vivono sempre con la paura del taglio delle linee), oppure raggiungere con l’auto Sesto San Giovanni per poi prendere la metropolitana, oppure la stazione di Monza. Ingolfando un traffico già congestionato.

Ma mentre soprattutto i pendolari sostengono l’arrivo della città a Monza c’è anche chi non è favorevole. “Per esempio il candidato sindaco Maffè nel suo intervento di “Tua Monza” (il notiziario comunale, ndr) si chiede: il destino di Monza è diventare città dormitorio di pendolari veicolati verso sud?” Non certo spiega e tra le righe è evidente la sua contrarietà alla M5 fino a Monza”.

Anche l’ex Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (vicino politicamente a Pier Franco Maffè) non sostiene la fermata della metropolitana a Monza. “Ha sostenuto il prolungamento e il finanziamento della M5 da Garibaldi a San Siro ed è esplicitamente pro Settimo Milanese – si legge ancora nel post – Dimenticando, come troppo si dimenticano, che la M5 sui documenti ufficiali dal 1999 si è sempre chiamata e continua a chiamarsi Monza metropolitana , collegamento tra la città di Monza e la stazione Fs Garibaldi di Milano”.

Chi vivrà vedrà.


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