Città ostaggio dei writers: tra bestemmie e l'augurio di morte alle forze dell'ordine

MONZA - Qualche settimana fa la giustificazione era stata: il muro è la possibilità di esprimersi di chi non ha voce nella società. Il contenuto di certe scritte, però, ci fa pensare che qualcuno potrebbe stare anche zitto. Non ne sentiremmo la mancanza

Che il grigio non piaccia ai vandali di Monza è ormai cosa risaputa. Il muro ritinteggiato dei giardini del Nei è durato poche settimane. Ancor di meno quello appena riqualificato del sottopasso di via Rota-Grassi che è stato nuovamente preso di mira dai writers che a lettere cubitali hanno espresso il loro pensiero.

Nessun commento politico, soprattutto a pochissime ore dal ballottaggio, ma constatiamo la delusione di chi è stanco di vedere il muro di casa, degli edifici pubblici e anche dei monumenti ferito dalla stupidità di chi vuole esprimere il proprio vivere e possedere la città scrivendolo con la bomboletta spray.

Ma quello che ancora di più ferisce ed indigna è quando, non solo si vuole esprimere la propria appartenenza politica o il proprio odio nei confronti degli avversari, ma quando si imbrattano i muri con bestemmie (in uno Stato che si professa laico e al tempo stesso tollerante) e contro le forze dell’ordine. Quindi contro lo Stato. Inneggiando alla morte di chi ogni giorno rischia la propria vita per la salvaguardia e la sicurezza della collettività.

Il caso emblematico di questa vergognosa situazione è il parcheggio dell’ex cinema Maestoso a pochi passi dall’ospedale San Gerardo. Oggi la struttura è transennata, ma quelle scritte che da anni campeggiano non sono mai state rimosse. Anzi di nuove se ne sono aggiunte sul compensato dove appare anche la firma del collettivo Tarantula che aveva organizzato a maggio l’evento di ripristino dei graffiti sul muro dei giardinetti del Nei ripulito dal gruppo “Fight the writers”.

Scritte oltraggiose contro Dio, contro gli sbirri (come vengono chiamati appunto carabinieri, poliziotti e finanzieri), contro i marò. In bella vista e con i vandali che certamente per dar libero sfogo alla propria rabbia sono saliti fin sopra alla struttura rischiando anche il ruzzolone. La ex cabina dell’Enel è piena di scritte oltraggiose. Ma basta girare per la città per scoprire che, qualcuno, ha bisogno di esprimere la propria posizione religiosa offendendo il credo dei cristiani, la propria ribellione contro lo Stato, il tutto sotto la bandiera di quella libertà di pensiero (propria ma non altrui) che va assolutamente tutelata.

Non certo un bel biglietto da visita e motivo d’orgoglio per la nostra città.


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