Il Comune dà un taglio: dimezzate le spese postali e quelle telefoniche

MONZA - La Giunta comunale ha approvato il Piano di razionalizzazione delle spese. Taglio di quasi il 50 per cento per quanto riguarda il costo della telefonia e le spese postali. Un bel risparmio anche dalla gestione degli immobili

Portafoglio un po' più gonfio per l'amministrazione comunale. Il sindaco Roberto Scanagatti si trova in tasca 700 mila euro in più. La Giunta, infatti, nei giorni scorsi ha approvato il Piano di razionalizzazione delle spese di funzionamento, nonché di riordino e ristrutturazione amministrativa per il
triennio 2016/2018.

La notizia migliore arriva dal taglio delle spese per la telefonia, sia fissa sia mobile, che passano da 1 milione 194 mila euro a 569 mila euro grazie adesione alla nuova convenzione Consip Telefonia Mobile 6 e dalla sostituzione dei terminali obsoleti. Altri 74 mila euro di risparmio, inoltre, dalle spese postali che, dai 151 mila euro del 2011, sono passate a 77 mila nel 2015 anche grazie all'introduzione della Pec (posta elettronica certificata).

Per il prossimo triennio ulteriori razionalizzazioni della spesa e risparmi saranno prodotti dalle innovazioni tecnologiche avviate recentemente dal Comune, che prevedono archiviazioni in cloud, un progressivo collegamento della fibra ottica delle sedi comunali, con  una conseguente riduzione dei canoni annuali. Proseguiranno inoltre le sostituzioni di monitor dei pc con dei modelli LCD, che consentono un sensibile risparmio energetico, e la condivisione in rete di diversi apparecchi, come le fotocopiatrici che consentiranno di ridurre il costo per copia.

Nel piano sono contemplate anche le azioni per razionalizzare le spese negli alloggi pubblici. Il Comune gestisce 1464 unità abitative, destinate a categorie bisognose inserite nelle graduatorie. 135 di questi alloggi non sono ancora disponibili perché sono ancora in corso interventi, già finanziati dall’amministrazione, per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il documento prospetta l’ipotesi di un’alienazione di parti di patrimonio abitativo negli stabili in cui la proprietà comunale è parziale per chiudere gestioni condominiali onerose e per destinare maggiori risorse al miglioramento qualitativo dell’offerta abitativa. Per i beni immobili di servizio, 8 sedi destinate alle attività giudiziarie sono state trasferite alla competenza del Ministero della Giustizia, con un risparmio di 750 mila euro.