Il ministro Orlando: "Scanagatti è uno che ha saputo risolvere i problemi"

MONZA - A pochi giorni dal voto finale, da quel ballottaggio del 25 giugno che stabilirà chi dovrà amministrare la città per i prossimi cinque anni, il ministro Andrea Orlando è intervenuto per dare il suo pieno supporto a Roberto Scanagatti e criticare quella che ritiene una destra estrema

Il ministro Andrea Orlando arriva a Monza per sostenere la candidatura di Roberto Scanagatti e lancia un appello al voto, unico modo per evitare l’ascesa al potere della destra. Ieri il ministro della Giustizia ha picchiato duro contro il vero avversario (non solo monzese) del centrosinistra identificato nella Lega Nord e nel suo leader Matteo Salvini.

“A Monza non si tratta di un ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra – ha spiegato - ma di un ballottaggio tra destra e centrosinistra; non c’è più la maschera che in qualche occasione ha coperto la parte più esplicitamente razzista, fascista e xenofoba del centrodestra. È rimasto solo lo scheletro che è quello della Lega di Salvini, che non è più neanche la Lega di Maroni o di Bossi, ma comparabile alla destra francese della Le Pen, una destra sovranista, antieuropea, xenofa e antidemocratica”.

Da qui l’appello accorato ai monzesi di andare alle urne il prossimo 25 giugno. “Per questo dobbiamo chiamare al voto il popolo del centrosinistra – ha proseguito – Oltre a chi ha votato altrove o non è andato a votare per proseguire con questa esperienza di buon governo monzese che è davanti agli occhi di tutti”.

Forza Italia non fa paura, ma la coalizione più radicale sì: Lega Nord, Fratelli d’Italia e quella lista civica “Noi con Dario Allevi” dove all’indomani delle elezioni Roberto Scanagatti aveva individuato la destra più dura.

“Fermiamo una destra che vuole conquistare le città non per un esempio di buon governo ma per usarla come sorta palchi per fare comizi ideologici – ha proseguito Orlando - La Lega si era caratterizzata nel passato sul federalismo, ora si gioca tutto sulla paura, sulla battaglia antieuropea, e sui grandi temi che non hanno niente a che fare con la vita quotidiana delle amministrazioni locali.Non lasciamo che le città diventino luoghi propagandistici, dove fare  perenne e costante campagna elettorale. Non ci sono in questo momento esperienze di buon governo del centrodestra: o sono eredità o nelle nuove di solito c’è forte instabilità perché rimettere insieme i cocci di un’anima moderata e di una estremista diventa impossibile”. Guardando oltre le comunale del 25 giugno. “Non staranno insieme neanche probabilmente alle prossime elezioni, non hanno un progetto di governo del territorio”, ha incalzato Orlando.

Salvini è stato il chiodo fisso dell’intervento del ministro. “Tutta la guerra è nella Lega – ha precisato - tra due idee diverse di governo del territorio. Non possiamo consegnare una città come Monza alla propaganda, all’instabilità, all’utilizzo delle strutture pubbliche come grancassa per campagne che non hanno a che fare con problemi concreti”.

Lanciando poi una stoccata al segretario del Carroccio che non ha votato giovedì in parlamento il disegno di legge che prevedeva un aumento di pena per il furto in  appartamento. “Alla Lega i problemi convengono – ha continuato -  Più problemi ci sono e più si possono cavalcare, più problemi ci sono e più le persone sono esasperate e si cadono nelle parole d’ordine tipiche della destra europea”.

Proponendo in contrapposizione il modello del centrosinistra abbracciato dalla giunta di Roberto Scanagatti.  “Noi siamo quelli che i problemi li vogliono risolvere – ha proseguito il ministro - Con più attenzione, meno promesse di soluzione salvifiche e una più ampia capacità di ascolto e di interlocuzione con il territorio. Monza è cambiata, il centro riqualificato, la città ha identità specifica, queste le ragioni per le quali rivolgerci agli elettori, a chi crede che un comune serva per risolvere i problemi dei cittadini e non per fare i comizi. Gente in Italia che fa comizi ne abbiamo fin troppa, di gente che risolve i problemi no”.

Lanciando l’assist finale al sindaco uscente Roberto Scanagatti che domenica ha superato il suo “competitor” Dario Allevi al fotofinish solo per 35 voti. “Scanagatti  i problemi li ha saputi risolvere – ha ribadito il ministro Orlando -  facciamo leva su questo punto, sugli obiettivi raggiunti, non imbarchiamoci su polemiche sui massimi sistemi, parliamo della quotidianità cambiata”.

Certo l’incognita dell’astensionismo e della scelta del voto incombe sia sua Allevi sia su Scanagatti.  

“Ai ballottaggi possono succedere le cose più strane – ha concluso - fondamentale a questo punto l’argomentazione del valore dei candidati in campo, e poter parlare con quante più persone possibili”.  

Scanagatti ha poi ribadito quando già ricordato lunedì, al termine del voto: nessuno apparentamento, dialogo con tutti, ma nessuna promessa di poltrone. Ricordando l’importanza della legalità.

“Per noi la questione della giusta è fondamentale – ha commentato - io ho chiesto a tutti i candidati di sottoscrivere un codice etico, mi auguro che prima della fine della campagna elettorale anche il mio competitor e coloro che sono in pectore per diventare consiglieri dicano qualcosa”.

Con una frecciata agli altri candidati che non sono giunti al ballottaggio. “Se c’è stata divergenza perché ritornare in quell’alveo – ha precisato - Non mi permetterei mai di andare dal candidato del Movimento 5 Stelle per un apparentamento, perché so come viene costruito il pensiero in un elettorato libero”. Ma non oltre.

Per onor di cronaca ricordiamo che lo scorso 8 aprile quando Anna Mancuso ha presentato la sua lista “Monza Futura” a sostegno di Dario Allevi tutti i candidati consiglieri hanno firmato anche il codice etico della lista civica.

Barbara Apicella


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