"Il Popolo della Famiglia" richiama i cattolici alle loro responsabilità in vista del voto

MONZA - Un incontro in Sala Maddalena per parlare del ruolo dei cattolici nella società attuale e, in particolar modo, nell'ambito politico. E' quello organizzato da Manuela Ponti, candidato sindaco de "Il Popolo della Famiglia"

Qual è il futuro dei cattolici in politica? Anche a Monza quello dei cattolici è un voto importantissimo. Voto che sia a destra sia a sinistra alcuni candidati sindaci che ambiscono alla poltrona di piazza Trento e Trieste  cercano di aggiudicarsi con “pellegrinaggi” quotidiani (da entrambe le parti) in parrocchie, conventi, oratori. Soprattutto in queste ultime settimane di campagna elettorale.

In  merito al ruolo – e al voto – dei cattolici in politica sono andati dritto al sodo i candidati de “Il Popolo della famiglia” che ieri pomeriggio in Sala Maddalena hanno organizzato un incontro con il giornalista e scrittore Fabio Torriero autore del libro “Il futuro dei cattolici in politica: dalla Dc al Family Day la sfida alla socialità radicale di massa” a sostegno del candidato sindaco Manuela Ponti.

Non c’è stato spazio per “politically correct”. Torriero è stato diretto, lui che dopo un passato nel Fronte monarchico giovanile ha confidato “ho avuto la fortuna di convertirmi a 50 anni, dopo essermi esercitato nell’esercito dei nemici”.

Torriero è andato direttamente al cuore della questione, indicando una via che sia a destra sia a sinistra non permette al cattolico un compromesso: bisogna essere cattolici fino in fondo, anche in politica. “Il cattolico deve superare la sindrome guelfa e quella ghibellina – ha spiegato – Quella guelfa attaccata alle gonne dei sacerdoti e quella ghibellina con un’idea di laicità dello Stato che poi viene usata contro gli stessi cattolici quando si parla di valori  non negoziabili. Dobbiamo ripensare alla laicità dello Stato che oggi è neutra, fa passare tutto e il contrario di tutto”.

Non ha avuto parole tenere neppure per le alte sfere della Chiesa. “Il Family Day è stato un punto si svolta fondamentale – ha ricordato – Sono arrivati i cattolici dei partiti che hanno messo il cappello e il giorno dopo hanno tradito. Anche la Cei ha provato a metterci il cappello, ma in modo sbagliato. Poi sono arrivati i passeggini e i bonus bebè: ma se alle famiglie si danno solo soldi e non le si collega alla difesa dei diritti allora si fa solo filantropia. Anche la massoneria fa filantropia”.

Lanciando poi un monito preciso ai cattolici, soprattutto in merito a quelle due parole – ponti e muri – che spesso dividono e contraddistinguono i cattolici dei partiti. “Non tutti i muri sono sbagliati e non tutti i ponti sono giusti – ha aggiunto – Quando non si ha più la propria identità si ha paura dell’altro. I muri identitari ci sono stati nella storia dell’Europa”.

Lanciando una stoccata verso il buonismo dell’accoglienza. “Stiamo pagando i frutti di un’integrazione sbagliata”, ha affermato.

Passando poi la parola a Mirco Radicula e Giuseppe Vigevani, candidati per “Il Popolo della famiglia” rispettivamente per Fiamma Nazionale e per Forza Nuova

“Oggi lo scenario per noi della Fiamma Nazionale è apocalittico – ha commentato Radicula – Con la scomparsa del popolo italiano.  Le nostre nascite si stanno estinguendo e gli stranieri calpestano quel suolo per il quale è stato versato sangue a difesa che ciò non accadesse. Il problema delle nascite è volutamente ignorato da questa classe politica vigliacca e venduta alla finanza, bisogna salvare gli italiani e salvare le nostre radici: questo significa promuovere nuove nascite autoctone, bisogna aiutare economicamente le nostre famiglie perché questa è la vera sfida per il nostro interesse”.

Radicula ha poi toccato il delicatissimo tema della religione. “L’altro pericolo è l’islam – ha proseguito - una religione violenta ferma al Medioevo, siamo stanchi di retorica buonista è in corso una guerra di religione che noi cattolici rischiamo di perdere intrisi di buoni propositi e di tolleranza, questo a partire dal Santo Padre. L’Italia è cristiana e deve rimanere tale. E se gli elettori monzesi ci daranno la possibilità lotteremo perché nessuna moschea sorga sul nostro territorio. Vogliamo cambiar questo trend autodistruttivo e vogliamo farlo da Monza”.

Altrettanto deciso l’intervento del candidato Giuseppe Vigevani. “Il settore politico ha bisogno di una voce cristiana anche per la ricostruzione civile e morale di questo Paese – ha spiegato il candidato di Forza Nuova - Veniamo dalla diaspora politica datata 20 anni fa parliamo della Dc, con cattolici presenti ovunque ma inefficaci dappertutto. Nel nome di un rinnovamento culturale e identitario è necessario che la famiglia diventi elemento primo e cardine. Va incoraggiata, tutelata, incentivando il lavoro femminile nelle mura domestiche con il sussidio mensile per le madri, sostenuta una forte politica demografica di crescita, messa al bando di pratiche irrispettose della vita umana come l’eutanasia, la sperimentazione sull’uomo, leggi abortive. Spingiamo sull’esclusione delle spese abortistiche dalla spesa mutuabile, partiamo da qui. Il sistema come strutturato avvantaggia solo le lobby a danno del popolo italiano e monzese, con il governo locale che si sta rendendo complice di quella che è chiamata la vendita di esseri umano”.

Ricordando l’impegno e la presenza del partito sul territorio. “Forza Nuova è un movimento politico di azione e di idee – ha continuato - Prima gli italiani: a Monza ci sono diverse famiglie che veramente non hanno un euro in tasca, monitoriamo e controlliamo. All’inizio quando ci siamo avvicinati alla candidata Manuela Ponti c’è stato scetticismo, ma poi siamo andati verso un patto che non è così automatico. Siamo contenti di quello che stiamo realizzando in termine di impegno, programmazione e idee a sostegno della famiglia che portiamo tutti i giorni sulle strade. Siamo un partito di estrema destra, nazional popolare: tutti i giorni la sinistra ci fa la radiografia perché non ha argomenti da controbattere. Il nostro dovere è schierarci”.

Barbara Apicella


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