Informatico pedofilo in carcere: adescava le ragazzine e le minacciava
MONZA - Un uomo di 36 anni residente nella Provincia di Monza e Brianza è finito in carcere. La Squadra Mobile ha dato esecuzione all'ordinanza del Gip che ha ravvisato gli estremi per adescamento di minori, detenzione e produzione di materiale pedopornografico.
Era riuscito ad adescare diverse minorenni e a farsi mandare fotografie erotiche: un italiano di 36 anni, informatico, residente in provincia di Monza e Brianza ma originario del pavese, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Milano. Dovrà rispondere delle accuse di adescamento di minori, detenzione e produzione di materiale pedopornografico.
Per entrare in contatto con le ragazzine, dai 14 ai 16 anni, utilizzava un falso profilo su Facebook, dov'era riuscito a spacciarsi come sedicenne. Attraverso quello entrava in confidenza con le minorenni, fino a ottenere in diversi casi anche l'invio di fotografie erotiche.
Secondo gli inquirenti i casi già accertati sono sei: ma il sospetto è che possa essere entrato in contatto con un numero superiore. E, pare, che in uno o due casi abbia anche incontrato le vittime nel suo appartamento filmandole in momenti hot.
A dare il via alle indagini è stata la confessione di una ragazzina di 14 anni che, ormai disperata, si è confidata con la mamma raccontandole del pedofile e delle minacce che avrebe ricevuto (ovvero le foto che avrebberoo potuto finire sul web) se avesse deciso di interrompere il rapporto. Era il luglio 2015. La Polizia ha dato il via alle indagini fino a risalire all'identità dell'uomo e a ottenere la firma dell'ordinanza da parte del Giudice per le indagini preliminari.
Per entrare in contatto con le ragazzine, dai 14 ai 16 anni, utilizzava un falso profilo su Facebook, dov'era riuscito a spacciarsi come sedicenne. Attraverso quello entrava in confidenza con le minorenni, fino a ottenere in diversi casi anche l'invio di fotografie erotiche.
Secondo gli inquirenti i casi già accertati sono sei: ma il sospetto è che possa essere entrato in contatto con un numero superiore. E, pare, che in uno o due casi abbia anche incontrato le vittime nel suo appartamento filmandole in momenti hot.
A dare il via alle indagini è stata la confessione di una ragazzina di 14 anni che, ormai disperata, si è confidata con la mamma raccontandole del pedofile e delle minacce che avrebe ricevuto (ovvero le foto che avrebberoo potuto finire sul web) se avesse deciso di interrompere il rapporto. Era il luglio 2015. La Polizia ha dato il via alle indagini fino a risalire all'identità dell'uomo e a ottenere la firma dell'ordinanza da parte del Giudice per le indagini preliminari.