L'Unione Artigiani: "La contraffazione in Brianza ci costa mille posti di lavoro"

MONZA - Dati allarmanti sulla contraffazione: secondo l'Unione Artigiani di Monza e Brianza incide per 70 milioni di euro all'anno, bruciando mille posti di lavoro. I settori più colpiti sono quelli dell'abbigliamento e degli accessori

Poco meno di 7 miliardi di euro all?anno (6,9): è il ?fatturato? generato in Italia dalla contraffazione, secondo quanto certifica una ricerca del Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico. Una piaga che pesa sulla Lombardia per circa 700 milioni di euro, secondo una stima dell?Unione Artigiani di Monza e Brianza, di cui 70 nel territorio brianzolo. 

?C?è da rimanere sbigottiti ? commenta il segretario generale dell?Unione Artigiani di Monza e Brianza, Marco Accornero ? di fronte a questi dati sconsolanti. Il mercato del falso toglierebbe quasi 19 miliardi di euro complessivi al pil e 1,7 miliardi di euro all?erario, tra imposte dirette su imprese e lavoro, e indirette (Iva). Ma il gettito fiscale perso potrebbe assumere anche dimensioni più importanti, fino addirittura a 6 miliardi di euro, se si considera l?intero indotto del dedalo di produzioni che si attiverebbero nell?economia, pari almeno al 2,5% del totale delle entrate dello Stato. Senza contare i 100mila lavoratori in più che si genererebbero nell?economia legale del Paese se la lotta alla contraffazione riuscisse a debellare il fenomeno?.

Gli scandalosi dati sul mercato nero delle griffe, toccano il mondo dell?artigianato andando a mettere a repentaglio la catena del lavoro conto terzi, dei subfornitori di qualità che producono per le grandi imprese. 

?Spesso ? rimarca Accornero ? dietro ai più conosciuti e celebrati marchi originali ci sono piccole e medie aziende artigiane che producono i manufatti con maestria e cura. Non solo quindi assistiamo a un danno all?erario, a una concorrenza sleale alle imprese e a una truffa ai consumatori talvolta ignari di acquistare prodotti contraffatti, ma anche all?indebolimento di intere filiere vitali per il made in Italy.? 

Al primo posto tra i prodotti contraffatti, secondo il Censis, ci sono abbigliamento ed accessori, per un valore stimato attorno ai 2,2 miliardi di euro. Seguono gli audiovisivi, gli alimentari e l?oreficeria. 

Solo nel 2016, la Guardia di Finanza e l?Agenzia delle Dogane hanno sequestrato più di 25 milioni di articoli falsi, di cui il 24% a Napoli e provincia, il 15% a Roma, il 10% a Catania. 

?Occorrono provvedimenti di contrasto alla contraffazione ? conclude Accornero ? che tutelino le attività produttive sane e legali, a cominciare dal serrato controllo dei semilavorati di importazione, in porti e aeroporti, che poi vengono usati ed assemblati in Italia per la realizzazione dei prodotti finiti falsi: accessori, custodie, etichette. Ma anche controlli sul territorio, laddove operano e prosperano le imprese dell?illegalità e il lavoro nero. Arginando, se non debellando, il fenomeno della contraffazione, in Brianza stimiamo che si potrebbero avere fino a mille nuovi posti di lavoro regolari, 10 mila in tutta la Lombardia, con ricadute evidenti su tutta l?economia?.


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