La Camera di Commercio dice addio a Monza: ha scelto di tornare con Milano

MONZA - Dimenticatevi questo logo. La Camera di Commercio di Monza e Brianza non c'è più. Senza attendere di capire cosa accadrà alla nostra Provincia, oggi il Consiglio della Camera di Commercio ha scelto la strada della fusione con Milano. Si torna al 2007

Non ci sono obblighi governativi e, a dispetto dei tempi che corrono, gode pure di ottima salute trovandosi a operare in un territorio che conta 90 mila imprese. La Camera di Commercio di Monza e Brianza, però, un difetto ha dimostrato di averlo: è un po' frettolosa. Non è bastato l'appello espresso all'unanimità da tutti sindaci della Brianza, così come quello di una senatrice e da diversi imprenditori: il Consiglio della Camera di Commercio oggi ha deciso la strada della fusione con Milano.

Si ritorna indietro al 2007, insomma, azzerando tutto quanto è stato fatto di positivo finora. Un bel colpo di spugna, quasi a dire: "Scusateci, per nove anni abbiamo scherzato". Già, perché la retromarcia è stata decisa ad ampissima maggioranza. Occorrevano 22 voti su 33 complessivi, ne sono arrivati 25 su 28.

A dire no Marco Viganò della Cisl e Carmine Villani dell'Adoc (Associazione difesa orientamento consumatori). In più l'astensione di Giuseppe Meregalli, già presidente di Confcommercio Monza e Brianza.

Tutti gli altri, invece, non hanno avuto esitazioni nel confermare la scelta già compiuta nei giorni scorsi da Milano. Scelta forse avventata, tenendo presente che ancora nulla si sa del futuro della nostra Provincia e che, molto probabilmente, con l'area vasta ci ritroveremo non più con Milano bensì con le città più a nord. L'Assemblea dei sindaci, del resto, aveva chiesto solo una cosa: aspettare a prendere ogni decisione proprio in attesa di sviluppi.

I 25 che hanno votato per la fusione con Milano, com'è prevedibile, ora cercheranno di spiegarci la bontà dell'operazione. Li ascolteremo volentieri, a patto che prima prima si rivelino altrettanto convincenti nel dirci come mai, in questi anni, non credendo nel futuro della Camera di Commercio di Monza e Brianza, siano rimasti lo stesso su quella poltrona evitando di cedere il posto a persone più motivate. E, a nei confronti di tutti i sindaci, dovranno trovare un'ottima scusa per spiegare cosa impediva di rimandare questa scelta in un momento più opportuno e in uno scenario, anche amministrativo, ormai definito.


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