La Finanza sequestra 1 milione 400 mila articoli, la bigiotteria era attesa anche a Monza
MONZA - Dovevano arrivare anche in città gli articoli di bigiotteria appartenenti al maxisequestro da 1 milione 400 mila pezzi operato dalla Guardia di Finanza a Prato nei giorni scorsi. La merce, alle analisi di laboratorio, è risultata nociva perché contenente metalli tossici in quantità elevata.
Era attesa in città parte degli articoli del maxisequestro operato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza a Prato: 1 milione e 400 mila articoli considerati tossici, perché contenenti un'elevata quantità di metalli, destinati a rivenditori di zona.
Oltre a Monza la merce era attesa anche a Milano, Padova, Rovigo, Roma e Viterbo. Tutta in centri gestiti da cinesi, per essere poi immessa sul mercato. Stando alle prime stime, l'intero valore della merce si aggirerebbe sui 10 milioni di euro.
Al sequestro si è arrivato in seguito all'avvio delle indagini nel mese di febbraio, quando la Guardia di Finanza ha voluto mettere il naso nella gestione di alcuni esercizi commerciali gestiti da cinesi nella zona del pratese in Toscana. Nell'occasione erano stati sequestrati alcuni articoli di bigiotteria, successivamente inviati al laboratorio per le analisi. Il riscontro è stato chiaro: merce tossica perché contenente nichel, cadmio e piombo in quantità elevata.
Da lì l'indagine si è estesa coinvolgendo altre città, fino a risalire a 17 persone coinvolte come fornitori o importatori di tali prodotti. In totale, dopo l'ultimo blitz, le persone segnalate all'autorità giudiziaria sono 25 di cui due di nazionalità italiana.
Le accuse sono quelle di fronde in commercio con immissione sul mercato di prodotti pericolosi, adulterazione continuata di prodotti, danno della salute pubblica.
Oltre a Monza la merce era attesa anche a Milano, Padova, Rovigo, Roma e Viterbo. Tutta in centri gestiti da cinesi, per essere poi immessa sul mercato. Stando alle prime stime, l'intero valore della merce si aggirerebbe sui 10 milioni di euro.
Al sequestro si è arrivato in seguito all'avvio delle indagini nel mese di febbraio, quando la Guardia di Finanza ha voluto mettere il naso nella gestione di alcuni esercizi commerciali gestiti da cinesi nella zona del pratese in Toscana. Nell'occasione erano stati sequestrati alcuni articoli di bigiotteria, successivamente inviati al laboratorio per le analisi. Il riscontro è stato chiaro: merce tossica perché contenente nichel, cadmio e piombo in quantità elevata.
Da lì l'indagine si è estesa coinvolgendo altre città, fino a risalire a 17 persone coinvolte come fornitori o importatori di tali prodotti. In totale, dopo l'ultimo blitz, le persone segnalate all'autorità giudiziaria sono 25 di cui due di nazionalità italiana.
Le accuse sono quelle di fronde in commercio con immissione sul mercato di prodotti pericolosi, adulterazione continuata di prodotti, danno della salute pubblica.