'Pizzicata' dall'autovelox nel padovano: ma lei non è mai stata in Veneto

MONZA - Una donna residente in città ha ricevuto la multa per eccesso di velocità dal Comune di Fontaniva nel padovano. Con tanto di foto scattata dall'autovelox con impressa la sua targa. L'auto, però, non era la sua. Stessa sorte per un desiano e un torinese. Denunciato un sesssantenne per la contraffazione delle targhe.

L'autovelox era stato impietoso: fotografia mentre l'auto sfrecciava e, di conseguenza, successiva notifica della multa. Ma c'era un problema: le persone raggiunte dalla sanzione non sono mai state nelle località dov'è stata riscontrata l'infrazione al Codice della Strada. Si trattava di targhe false. Un sessantenne residente a San Martino di Lupari, nel padovano, è stato denunciato nei giorni scorsi a piede libero.

La prima a ricevere la multa con tanto di foto scattata dall'autovelox è stata una donna residente in città. Arrivava da Fontaniva, sempre nel padovano. La donna, inizialmente, è rimasta un po' perplessa: lei, forse, non sapeva nemmeno dell'esistenza di quel Comune. Ma guardando con attenzione la foto dell'autovelox si è accorta che la targa corrispondeva sì alla sua, ma l'auto era completamente diversa. Stessa sorte per un desiano, accusato di avere avuto il piede pesante a Piove di Sacco e per un torinese che sarebbe transitato a velocità elevata a Cittadella. Tutte foto che targhe esatte ma montate su automobili diverse che non risultano nella loro disponibilità.

Fatte le denunce, è partita l'indagine coordinata dalla Procura di Padova. Al termine delle indagini si è scoperto che un sessantenne aveva nel suo capannone rottami di macchine e tante targhe di auto che, invece di essere state riconsegnate al centro di raccolta autorizzato, in vista della cancellaziona al Pra (Pubblico registro automobilistico), venivano utilizzate per essere contraffatte.

L'autovelox, insomma, aveva fatto correttamente il suo dovere 'pizzicando' tre automobilisti padovani che si erano rivolti al sessantenne per acquistare targhe false. L'autore delle contraffazioni è stato denunciato, il capannone è stato posto sotto sequestro.