Le previsioni del clima futuro sono anche questione di sfere
MONZA - Un importante studio sulle evoluzioni climatiche. E' quello appena pubblicato del team di ricercatori dell’Università Statale e dell’Università Milano Bicocca composto dal professor Valter Maggi, dalla dottoressa Barbara Delmonte e dal dottor Marco Potenza
Attraverso lo studio di una carota di ghiaccio è stato possibile acquisire informazioni preziose sulle future evoluzioni climatiche. Un risultato importante, frutto di due anni di intenso lavoro, quello appena pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” (del gruppo Nature) da parte del team di ricercatori dell’Università Statale e dell’Università Milano Bicocca composto dal professor Valter Maggi, dalla dottoressa Barbara Delmonte e dal dottor Marco Potenza che ha sviluppato anche la tecnologia utilizzata per l’indagine.
Lo studio si è basato sull’applicazione di una particolare tecnica di analisi delle particelle conservate nei ghiacciai dell’Antartide, che ha fatto emergere dati importanti sull’evoluzione climatica. La tecnica chiamata SPES (Single Particle Extinction and Scattering) ha consentito di analizzare migliaia di microparticelle in pochi minuti.
Si tratta di una tecnica di misurazione innovativa eseguita su una carota di ghiaccio estratta alla fine degli anni Settanta dalle profondità dell’Antartide orientale e che fino ad oggi non era mai stata studiata.
I ricercatori hanno focalizzato l’attenzione sulle proprietà delle micro particelle delle polveri minerali che erano intrappolate nei diversi strati di ghiaccio facendo emergere che l’effetto della non-sfericità delle particelle influisce sulla radiazione trasmessa al suolo attraverso l’atmosfera con variazioni fino al 30 per cento.
"Non siamo i primi a dire che la forma di queste particelle è importante – precisano i ricercatori – ma siamo stati i primi a misurarla direttamente nelle polveri 'fossili' e a valutare il loro impatto sul clima. Le polveri tendono ad avere un effetto climatico di raffreddamento anziché di riscaldamento e, se riusciamo a capire meglio il ruolo delle polveri nell’evoluzione climatica del passato, potremo prevedere con maggior precisione i cambiamenti climatici del futuro".