Per Filippo Penati il Pm chiede 4 anni di reclusione senza le attenuanti

MONZA - Il sostituto procuratore Franca Macchia, al termine di sette ore di requisitoria, ieri ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex Presidente della Provincia di Milano. Per il Pm non merita le attenuanti avendo recitato un ruolo attivo nella vicenda.

Una condanna a quattro anni di reclusione per Filippo Penati: è la richiesta avanzata ieri nel Tribunale di Monza dal Pm Franca Macchia. Al termine della requisitoria ha chiesto condanne anche per altri otto imputati e l'assoluzione di Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto di Penati.

L'ex Presidente della Provincia di Milano era finito sul banco degli imputati con l'accusa di corruzione e di finanziamento illecito. E il Pm non ha voluto cercare scuse: anzi, ha più volte affermato che Penati ha avuto un ruolo importante nella vicenda tanto da decidere di non riconoscergli nemmeno le attenuanti.

Il Pm ha chiesto anche la condanna a 2 anni per l'imprenditore Piero Di Caterina, un anno e mezzo per Giuseppe Pasini, due anni per Antonino Princiotta che ai tempi era il segretario generale della Provincia di Milano. Due anni e mezzo per Norberto Moser, manager del gruppo Gavio, due anni e mezzo anche per l'architetto Renato Sarno, oltre a un anno e mezzo e un anno e quattro mesi rispettivamente per Massimo Di Marco e Gian Lorenzo De Vincenzi, dirigenti della Milano Serravalle.

Secondo Macchia, che in sette ore ha cercato di ricostruire tutta la vicenda, i verbali dell'imprenditore Di Caterina, quello che aveva parlato per primo del cosiddetto "Sistema Sesto", confermerebbero l'esistenza dei finanziamenti a Penati a partire dai primi anni '90 e fino al 2001 per circa 3,5 milioni utilizzati a per le sue necessità elettorali e versati in parte ai Ds milanesi. L'architetto Sarno avrebbe svolto il ruolo di gestore delle mazzette e dei finanziamenti illeciti, movimentando almeno 5,3 milioni verso l'estero. E, nella requisitoria, un passaggio di non poco conto: "Penati ha dimostrato voracità esercitando un diretto controllo sulle due società pubbliche, riassumibile come 'occupazione manu militari' ".

L'ex presidente della Provincia di Milano, udita la richiesta del sostituto procuratore, ha manifestato alla stampa la sua delusione parlando di richiesta esagerata e preconfezionata. E si è detto certo dell'assoluzione finale così com'era accaduto davanti alla Corte dei Conti per la questione della Milano Serravalle.