Per i giudici l'ottantenne è pedofilo: condannato a sei anni di reclusione

MONZA - Il collegio dei giudici presieduto da Silvia Pansini ha condannato a sei anni di reclusione un uomo di ottant'anni. E' ritenuto responsabile di abusi sessuali ai danni di un bambino di 8 anni, figlio dei vicini di casa che si erano da poco trasferiti a vivere nella villetta bifamiliare.

Per il collegio dei giudici presieduto da Silvia Pansini è responsabile di violenza sessuale su un bambino di otto anni: per un ottantenne una condanna a sei anni di reclusione oltre al pagamento di una provvisionale di 40 mila euro ai genitori e al divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minorenni.

Tutto era iniziato circa tre anni fa quando il bambino aveva raccontati ai genitori ciò che gli era accaduto con l'affabile vicino di casa di quella villetta bifamiliare in Brianza in cui si erano trasferiti da poco. Un anziano che per i suoi modi gentili era ben visto dai genitori del bambino ma anche dal ragazzino stesso che lo trovava simpatico e piacevole.

Proprio in virtù di questo rapporto, secondo l'accusa, l'anziano sarebbe riuscito un giorno a farsi seguire dal piccolo nell'anticamera della sua abitazione, per gli atti sessuali, dicendogli di non raccontare nulla a nessuno e rivelandogli che la volta successiva sarebbero andati a letto



A 8 anni costretto a subire pratiche sessuali da un vicino di casa ottantenne. Per questa vicenda, avvenuta in Brianza 3 anni fa l'anziano, sposato e padre di figli adulti, è stato condannato dal Tribunale di Monza a 6 anni di reclusione per violenza sessuale su minorenni.

I giudici hanno condannato l'imputato, interdetto a svolgere funzioni inerenti la custodia dei minorenni, anche a pagare una provvisionale sul risarcimento dei danni di 40mila euro alla piccola vittima, per cui i genitori si sono costituiti parti civili al processo.

Il bambino infatti aveva raccontato ai familiari di quello che gli aveva fatto il vicino di casa, conosciuto quando si erano ritrovati in giardino nella villetta bifamiliare mentre i genitori stavano sistemando la loro abitazione dove si erano da poco trasferiti e l'ottantenne stava facendo piccoli lavoretti.

L'anziano aveva conquistato la fiducia del bambino, fino a convincerlo a seguire nella sua abitazione dove, nell'anticamera, l'aveva fatto salire in piedi su una poltroncina e gli aveva calato i pantaloni, costringendolo a subire pratiche sessuali con l'invito a non raccontare nulla e la promessa che la volta successiva si sarebbero trasferiti nella camera da letto.

I genitori avevano subito denunciato il pensionato costituendosi parte civile nel processo. La difesa ha sempre sostenuto che tutto si basa sul racconto del bambino e che non esistono prove a supporto di ciò che ha raccontato. L'accusa, invece, ha chiesto sette anni e mezzo di reclusione.

Per i giudici la pena corretta è di sei anni più i primi 40 mila euro di risarcimento. Poi seguirà la causa civile. Anche se, con ogni probabilità, l'ottantenne farà ricorso contro la sentenza.