Policlinico, il futuro è oggi: effettuati tre interventi innovativi di angioplastica coronarica
MONZA - Un nuovo stent in lega di magnesio, capace di tenere aperte le coronarie per il tempo necessario e poi capace di dissolversi lentamente nel giro di un anno. Tre interventi futuristici quelli effettuati al Policlinico dall'équipe del dottor Filippo Scalise
Al Policlinico di Monza presso il Dipartimento di Cardiologia Interventistica diretto dal dottor Filippo Scalise sono stati eseguiti i primi tre impianti di un innovativo stent coronarico. Ha l’aspetto di una gabbietta di metallo ma una volta esaurito il suo compito cioè quello di tenere aperta la coronaria per il tempo necessario affinché non si richiuda, scompare. Il nuovo stent inizia infatti a dissolversi dopo sei mesi dalla sua applicazione per sparire completamente in circa un anno.
Il principale limite della semplice angioplastica con palloncino è sempre stato il pericolo di una chiusura improvvisa del vaso, superata grazie alla introduzione degli stent metallici che, come una vera e propria impalcatura, permettevano di mantenere aperta la coronaria. Anche gli stent metallici tuttavia avevano un punto debole rappresentato dalla proliferazione incontrollata di cellule all’interno dello stent che poteva determinare un nuovo restringimento.
Da qui l’avvento degli stent medicati ovvero “imbevuti” di un farmaco che blocca la proliferazione delle cellule della parete dell’arteria ma non sempre però in grado di evitare nuove occlusioni a distanza di tempo.
Con il nuovo stent completamente riassorbibile, denominato Magmaris, si spera di conservare i vantaggi dello stent metallico medicato, ma di eliminare quelli negativi. Il nuovo stent è coperto da un farmaco antiproliferativo e mima esattamente quello che fa uno stent metallico a rilascio di farmaco. Una volta che l’arteria ha assunto la nuova morfologia, nel giro di 6 mesi la massa dello stent inizia a ridursi. In 1 anno viene completamente riassorbito, restituendo all’arteria la sua elasticità e la sua capacità di rispondere agli stimoli fisiologici e cioè di restringersi e dilatarsi in relazione a questi stimoli. Il fatto di scomparire ha anche il vantaggio di evitare lo stimolo infiammatorio cronico alla parete dell’arteria coronarica ed il rischio di fratture come quelle osservate negli stent metallici.
Candidati ideali all’impianto dei nuovi dispositivi sono soprattutto i pazienti giovani, di età inferiore ai 50 anni, che potrebbero avere la necessità di essere sottoposti in futuro a nuovi interventi.
Il nuovo stent a rilascio di farmaco completamente realizzato in lega di magnesio realizzato dopo oltre 10 anni di ricerca rappresenta una grande innovazione per il trattamento della malattia coronarica.
“La novità assoluta di questo prodotto – spiega la dottoressa Carla Auguadro, - si basa sulla proprietà meccanica di stabilizzazione della parete del vaso sanguigno, che garantisce al vaso la possibilità di rimanere aperto in modo naturale ed autonomo; la presenza dello stent è però temporanea e dunque il paziente non deve convivere con un corpo estraneo nelle proprie arterie per tutta la vita”.
Lo stent in lega di Magnesio viene impiantato utilizzando una procedura minimamente invasiva come un comune stent medicato metallico. “Si tratta di una strategia terapeutica fortemente innovativa nel trattamento della patologia coronarica – conclude il dottor Scalise - tale tecnologia si basa sulla capacità dell’organismo umano di riassorbire il magnesio, elemento naturalmente presente in esso e vista la velocità del tempo di riassorbimento i vasi coronarici riacquistano la loro naturale funzionalità già sei mesi dopo la procedura di impianto”.
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